Vedere per credere: è la stessa
Apollon Records a darmi conferma che questo album è datato 2019 e non 1972. Dubbio legittimo, considerato che
tutto in
"The Key" - dalla copertina alla strumentazione - profuma di vintage.
In
"Wounded Dreamers" il chitarrismo e il Mellotron rimandano agli
Yes, mentre la voce è più vicina al prog nostrano.
"Heart Of Sadness" tributa i "2 Steve" più importanti dell'epoca,
Howe e
Hackett, prima di
"Spiders In The Old Café", dalle armonie spigolose ma dalle linee vocali avvolgenti nella miglior tradizione crimsonica.
King Crimson che ritornano nella successiva
"Earth...", anche se l'impianto vocale rievoca l'opera di
Christian Vander e dei suoi Magma da un lato e la teatralità dei "2 Peter" (
Hammill e
Gabriel) dall'altro. La morbida
"Cantus" ci traghetta verso
"Tides Are Turning", episodio opaco e soporifero che sfocia nella breve e lisergica
"Blessed Be". La chiusura è lasciata a una titletrack non propriamente memorabile che cerca di mettere a sistema la storica band di
Jon Anderson con il funk.
Peccato che alla fine del full-length quel "profumo di vintage" di cui sopra si sia trasformato in "puzza di vecchio"...
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