Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:31 min.
Etichetta:Austenitized Records

Tracklist

  1. DARK SEASON
  2. JACK'S LANTERN
  3. THORAZINE
  4. WE LIKE TO BE FRIGHTENED
  5. BEYOND THE CLOSET DOOR
  6. WEREWOLF
  7. ONE OF US
  8. HERESY UNDERTOW
  9. TEAR YOU TO PIECES
  10. WITCH RITES
  11. END OF SEASON

Line up

  • Ed Stephens: bass
  • Al Biddle: drums
  • Vic Stown: guitars
  • Vanik: guitars, vocals

Voto medio utenti

I Vanik nascono nel 2016 a Cleveland (Ohio) e prendono il nome proprio dal fondatore nonchè chitarrista-cantante Shaun Vanek (in arte “Vanik” per l’appunto), già impegnato con una miriade di altre bands (Eternal Legacy su tutte), dedite ad un sano power metal “made in USA”.
Dopo il buon esordio con l’album omonimo, avvenuto nello stesso anno della loro formazione, i Vanik replicano a distanza di due anni con questo “II Dark Season” in cui emergono nuovamente tutti quegli elementi che avevano già caratterizzato il loto debutto discografico.
La opener “Dark Season” ricorda vagamente e curiosamente nel suo giro maligno di accordi l’intro di “Halloween” di helloweeniana memoria, ma è un caso isolato perchè dalla seconda traccia “Jack’s Lantern” in avanti sarà un misto di Motorhead, Venom, Exciter ed Anvil e si verrà risucchiati da un vortice di heavy-speed metal allo stato puro con qualche spruzzata di trash nei riffs di alcune songs come “Thorazine” e “Beyond The Closet Door”.
La voce di Vanek in particolare sembra rifarsi fedelmente allo stile di Lemmy (seppur con le debite proporzioni ovviamente), mentre la sezione ritmica affidata al duo Ed Stephens (basso) e Al Biddle (batteria) è serratissima, si pensi alla velocissima “Werewolf” della durata di 67 secondi solamente ma si tratta di un minuto di esplosione di energia ed aggressività, mentre la successiva “One Of Us” è forse l’episodio meno riuscito del disco in quanto troppo scontata e diretta, a cui tuttavia fa da contraltare la godibilissima “Heresy Undertow” coi suoi richiami trash, si passa poi a “Tear You To Pieces” che si regge su un semplicissimo giro di rock’n’roll, prima di giungere alla conclusiva “Witch Rites” pezzo dalle ritmiche più cadenzate ma assai affascinante che anticipa l’outro “End Of Season”. Menzione particolare per la cover di Robert Calvert “We Like To Be Frightened” pezzo originariamente scritto nel 1981 con tutte le caratteristiche della musica pop di quegli anni (quindi molto orecchiabile e con largo utilizzo di sinth) che i Vanik trasformano in una speed-song dalle forti tinte punk (probabilmente il genere che si sarebbe prestato meglio per una cover di questa canzone), ad ogni modo l’operazione sembra ben riuscita e tutto sommato anche divertente.
In conclusione, il disco è indubbiamente godibile, ben fatto, e sprizza sicuramente energia da tutti i pori, anche se non siamo dinnanzi a nulla di innovativo o particolarmente creativo, anzi in alcuni tratti l'album è davvero molto derivativo, dovendo pagare inevitabilmente dazio ai giganti che hanno reso grande il genere.
Recensione a cura di Ettore Familiari

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