"High The Memory" è il secondo capitolo della discografia dei norvegesi
Abyssic e ci consegna una band davvero molto valida capace di comporre musica di assoluto spessore: la visione musicale del gruppo emerge prepotente dai solchi dei cinque brani che compongono la tracklist di questa opera, fatta di una base doom dai toni funerei e melanconici su cui gli Abyssic innestano un lavoro sontuoso di arrangiamenti quasi orchestrali, tra tastiere ed archi e strumenti a fiato che rendono le canzoni ancor più epiche e maestose. Il paragone con i
Virgin Black forse non è calzante al 100%, ma personalmente ho trovato diverse analogie tra la musica delle due formazioni che puntano certamente sull'emozionalità, seppur a tinte fosche, della loro arte combinata a influenze provenienti dalla musica classica ed operistica. "High The Memory" è un disco da metabolizzare lentamente e con la giusta calma per poterne cogliere le diverse sfumature, anche perchè i brani hanno una durata mediamente elevata che va dagli 8 ai 20 minuti che comunque non appesantisce in maniera più assoluta la fruizione del disco: difficile individuare un brano che spicchi rispetto agli altri, anche a causa di un songwriting tutto sommato omogeneo seppur ricco di spunti e soluzioni eterogenee, ottimamente sorretti dal growl di
Memnoch e
André Aaslie e dal lavoro delle chitarre che donano pesantezza alle canzoni senza però risultare troppo in primo piano a discapito del grande lavoro di arrangiamenti ed orchestrazioni. "High The Memory" si presenta come un lavoro maturo in cui confluiscono potenza, melodia, epicità, malinconia in un gioco sottilissimo di equilibri che non vengono mai rotti e che tengono alta l'attenzione di chi ascolta dall'inizio alla fine.
Chi ama il doom metal più emozionale ed originale è avvertito: con gli Abyssic troverà pane per i propri denti.
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