Coi Great Falls possiamo indugiare sul "falso rumorismo" ma non sulle mescolanze e tantomeno sulle formalità.
"AsoR" ci pone in un lavoro (s)mascherato. In un gioco: serio come tutti i giochi. In mezzo agli alti e ai microfoni. Ci lascia pregni di ottime scelte. Di musica.
Estremo nella sua opacità "apparente" e nella sua porosa rabbia.
Una benattia.
Stringete un pugno di sabbia sino a restituire la magia alla Terra.
A sense of Rest non é solo quello che non cade o il sudore...
ma anche uno strato tra i muscoli e i gesti. Dettagli che possono cogliersi con attenzione.
Paesaggi minuscoli che si stagliano dopo ascolti.
Non riguarda chi rincorre il tempo per tentare come uno stolto a scappare per primo. Proprio dalle funeste paure.
Viva il rock durissimo. Viva il metal post punk, post core. Post Noi.
[quasi sette]
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