Citando l'amico ed esimio collega Emiliano, "The 9th King" è una vera e propria "chicchetta", uno di quei lavori, sostanzialmente, underground, ma underground sul serio, assolutamente da non perdere se si ama la musica estrema di qualità e se si è curiosi di scoprire interessantissime realtà che si spingono verso livelli di qualità molto più alti rispetto a tanti nomi blasonati che, in verità, a parte il blasone non hanno proprio un cazzo.
I Saqra's Cult, qui al loro secondo parto discografico, ci offrono un ibrido black/death metal assolutamente devastante, moderno, privo di momenti di stanca, esaltato da una spettacolare atmosfera mistica che si sposa perfettamente con le tematiche legate al mondo degli Inca che vengono descritte nei testi e che costituisce l'anima di un album decisamente sopra la media e decisamente "particolare" perché difficilmente accostabile a questo o quel gruppo.
"The 9th King" vive sul bellissimo contrasto che si crea tra la furia strumentale, esaltata da una produzione perfetta, e l'ampio uso di melodie arcane e misteriose in un costante intreccio che rende i quattro brani del disco contorti, mai uguali a se stessi, in costante tensione, furibondi ma attenti all'arrangiamento e, quindi, non solo alla distruzione per un risultato complessivo di alta qualità in quanto non banale e ricco di personalità.
I Saqra's Cult resteranno nell'ombra, ovviamente, ma proprio da essa traggono la loro forza espressiva e la potenza di una musica mastodontica e sulfurea.
Il 2019 inizia molto bene.