Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2008
Durata:20 min.
Etichetta:The Oath
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. EROSION OF ETERNITY
  2. AS DRAGONS ROAM THE SKY
  3. SACRAMENT
  4. MIDNIGHT WOLF
  5. OUTRO

Line up

  • Warach: guitar / bass
  • Ghash: vocals
  • Thorns: drums

Voto medio utenti

La nostrana The Oath, che da sempre ha un occhio di riguardo per quanto concerne il black metal, è andata a pescare addirittura in Norvegia, e devo dire che questa volta ha visto davvero bene, mettendo sotto contratto gli Antares Predator, gruppo che vede nelle proprie fila membri di Keep Of Kalessin e il nostro Gionata Potenti (Frostmoon Eclipse, ex Handful Of Hate, etc…) alla batteria. Il risultato finale è un black/thrash molto violento, incentrato per lo più sui blast beat velocissimi di Gionata e valorizzato da una buona produzione, potente ma al tempo stesso definita, cosa molto importante visto il genere proposto. La cosa strana che salta subito agli occhi è che sull’album sono presenti solo cinque brani, quattro in realtà, dato che il quinto altro non è che un outro atmosferico con delle chitarre arpeggiate. Visto il valore della band e visto il contratto con un’etichetta sarebbe stato lecito aspettarsi di più invece di un disco che può, alla fine dei conti, essere considerato una sorta di demo. “Erosion of eternity” mette subito in chiaro quali sono le coordinate dell’EP, con riff black che si alternano a quelli più spiccatamente thrash e degli inserti di tastiera qua e là che rendono l’atmosfera più tetra e maligna. Ottima anche la successiva “As dragons roam the sky”, più ragionata e con un ottimo riff in concomitanza del ritornello. Con “Sacrament” torniamo in ambiti più strettamente black, con un brano dall’andamento lento e morboso, ricco di tastiere atmosferiche. Ancora mid tempo con “Midnight wolf”, che mette il sigillo ad un lavoro che lascia leggermente l’amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere e che invece non è stato. Come già detto la potenzialità della band è evidente, quindi mi sarebbe piaciuto poter ascoltare più brani per poter dare un giudizio più dettagliato. Ultimo appunto per quanto riguarda l’artwork del cd, un po’ troppo spartano e semplice per essere stato prodotto da un’etichetta. Da quel che so “Banquet of ashes” è un lavoro di transizione, quindi non resta altro da fare che aspettare il nuovo album per verificare le potenzialità di questa band.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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