Sebbene mi "vanti" di avere una certa esperienza “concertistica” alle spalle (se non altro per questioni squisitamente anagrafiche …), non ho mai visto dal vivo i
Magnum.
Una mancanza compensata in parte dalla corposa discografia che gli inglesi, nella loro lunga frequentazione della “scena”, hanno voluto riservare a quest’assoluto “fondamentale” di ogni gruppo
rock che si rispetti.
E allora lasciatemi dire che
Tony Clarkin e
Bob Catley di “rispetto” ne meritano davvero moltissimo, per la loro favolosa “storia” musicale e perché anche in questo “
Live at the Symphony Hall” continuano a dimostrare una passione e un entusiasmo di certo non “scontati” in artisti così navigati.
Sarà stata davvero “
una serata magica” come afferma il chitarrista nelle note promozionali dell’opera, l’occasione di “
giocare in casa” (il concerto si è tenuto ad aprile 2018 alla
Symphony Hall di
Birmingham, e i membri della
band provengono proprio da quella zona del
Regno Unito), sostenuti da un pubblico che si “coccola” una delle sue più importanti (e spesso troppo sottovalutate …) eccellenze “locali”, ma il disco (proposto in formato doppio
Cd e in un sontuoso triplo
Lp) è veramente piuttosto coinvolgente, privo di “vuoti” e pause, con una scaletta ben equilibrata tra passato e presente (anche se, come sempre accade in casi analoghi, sono certo che qualche
fan lamenterà la mancanza di questo o quel “classico” …), una notevole sintonia tra i musicisti e quell’intensità interpretativa che scaccia fin dal primo contatto la fastidiosa idea di
routine.
Inutile nascondere una scossa sensoriale appena più forte quando arrivano “
How far Jerusalem”, ”
Les morts dansant”, “
Vigilante”, “
Don’t wake the lion (Too old to die young)” e la paradisiaca “
The spirit”, gemme inestimabili di puro incantesimo sonoro, e ciononostante anche “
Sacred blood 'divine' lies”, “
Lost on the road to eternity”, “
Without love”, “
Peaches and cream” e ”
Show me your hands” non finiscono per “dissolversi” al cospetto di cotanta magnificenza, e anzi testimoniano in maniera eccellente quanto la voglia di regalare emozioni, diffuse attraverso composizioni di pregevole livello qualitativo, non si sia ancora esaurita in questi veterani dell’
hard-pomp britannico.
Segnalando, infine, la presenza di
Tobias Sammet,
Lee Small e
Rebecca Downes nelle vesti di graditi ospiti, non mi rimane che consigliare a tutti, novizi e intenditori di “lungo corso”, la sollecita acquisizione di “
Live at the Symphony Hall”, un’altra celebrazione di gran classe della strepitosa carriera dei
Magnum, da “consumare” nell’attesa di poter (finalmente, nel mio caso …) costatare
de visu quanto il
rock n’ roll, quando è associato a dosi imponenti d’ispirazione e talento, sia in grado di produrre taumaturgici effetti anti-età.