A ben otto anni dal debutto “Iterations of reality”, da me recensito, tornano alla ribalta i rockers friulani
Fist of Rage. Lo fanno con un altro album permeato di costruzioni hard rock, declinate tra suggestioni più vintage ed aperture melodiche che sfiorano certo AOR anni ’80.
A tratti emergono le radici musicali legate alla tradizione Deep Purple o Rainbow, come nella robusta “
New beginning” o nella title-track, una semi-ballad dai toni notturni. L’ottima prestazione vocale di
Piero Pattay e le tastiere di
Stefano Alessandrini aggiungono un tocco retrò alla solida compattezza del resto della band. Altro brano di grande efficacia è “
Mudman”, sospeso tra reminiscenze purple-iane e muscolarità classic metal.
È presente anche la derivazione più melodica e catchy del rock, del genere Europe (o qualsiasi gruppo che piace al nostro Aimax..), come nell’opener “
Just for a while” o nella ballatona “
Lost”, dove la band mostra una padronanza del songwriting sempre di buon livello.
Ancora da segnalare la rocciosa “
These days”, con la coppia chitarristica in evidenza, l’orecchiabile “
Awake” ed il nostalgico lento “
Semptember tears” che vede la partecipazione della vocalist
Giada Etro (Frozen Crown).
Un lavoro gradevole, ben composto ed eseguito, che si pone nei solchi di una tradizione assolutamente consolidata e priva di rischi, ma lo fa con piena consapevolezza dei propri mezzi.
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