Gli svedesi
Grafvitnir giungono con il presente
“Venenum Scorpionis” al sesto disco, il quinto in cinque anni, della loro prolifica carriera e, al di là di possibile ironie sulla loro logorroicità compositiva, dimostrano di aver ancora voglia di mettersi in gioco e uscire dalla “zona confort” in cui si erano adagiati ultimamente … infatti dopo aver inanellato un paio di album (
“Necrosophia” e
“Obeisance To A Witch Moon”) che andavano molto sul sicuro proponendoci un black metal quadrato e d’assalto , ma senza molto mordente e fantasia (un po’ come fatto dai
Dark Funeral in
“Attera Totus Sanctus” e
“Angelus Exuro Pro Eternus”) il nuovo
“Venenum Scorpionis” propone una “svolta” stilistica un po’ inaspettata anche se non certo epocale, infatti, pur trovandoci sempre in ambiti black metal, si è passati dal black metal “moderno” e rifinito, soprattutto a livello di registrazione, ad un black metal che, continuando il discorso intrapreso con il precedente (discreto)
“Keys To The Mysterious Beyond” , porta direttamente ad inizio anni 90’, con chitarre meno prepotenti e più “zanzarose” seppur alle prese con riffs da vago flavour melodico e una registrazione più minimale e fredda, che contribuisce in maniera determinante alla creazione di questo feeling diabolico che aleggia permanentemente in tutte le composizioni … Dovendo “per forza” fare un paragone potremmo dire che si tratta di una via di mezzo tra i primi
Setherial (
“Nord” /
“Lords Of The Nightrealm”) e i
Marduk di
“Opus Nocturne” , senza per questo voler dire che quest’album si avvicini alla grandezza di quelle opere, ma certamente ne resuscita, glorifica ed esalta il ricordo. La voce, molto evil e “sfiatata” contribuisce certamente ad infondere ancor di più un feeling nordico all’ album e, una volta superato lo “sgradito” impatto iniziale, si fa invece apprezzare per tono ed incisività, amalgamandosi perfettamente con il resto.
“Venenum Scopionis” è un album che incontrerà il favore di tutti i “narrow minded” metalhead, come il sottoscritto, mentre per chi vuole sonorità più evolute basterà rivolgersi a
Nasheim. La nera fiamma è viva, vegeta e arde come non mai !
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