L'essere il primo su Metal.it a recensire un disco degli
Enisum mi offre la sempre piacevole opportunità di far conoscere una band italiana: la soddisfazione è ancora maggiore poi se -come in questo caso- il gruppo è davvero meritevole.
Un breve excursus storico:
gli
Enisum nascono nel 2006 come progetto solista di
Marcello Apolinari, in arte
Lys, tra le montagne della valle di Susa e della val di Lanzo in quella zona nota sin dagli anni '70 come Arpitania compresa tra le alpi di Francia, Svizzera ed Italia.
Il nome stesso della band non è che l'anagramma di Musinè, un monte della Val di Susa.
Dopo aver pubblicato due album curando tutte le componenti strumentali e vocali, nel 2014 gli
Enisum diventano una vera e propria band inserendo nella lineup la voce femminile di
Epheliin e la sezione ritmica
Leynir-
Dead Soul e danno alle stampe "
Samoht Nara" che possiamo considerare il punto di partenza vero e proprio della loro carriera.
A questo disco segue "
Arpitanian Lands", vero e proprio omaggio alla loro terra e successivamente, dopo aver fatto il loro ingresso nel roster
Avantgarde Music, pubblicano "
Seasons of Desolation". In tutti questi passaggi ciò che si è mantenuta costante è la loro proposta musicale fatta di una struggente miscela di black metal atmosferico e partiture folk, il tutto impreziosito dalla voce eterea di
Epheliin a fare da contraltare ai ringhi ed alle urla lancinanti di
Lys.
Ed arriviamo all'attualità ed a "
Moth's Illusion", secondo disco pubblicato per l'etichetta milanese, album che in un certo senso testimonia la volontà del quartetto di dare una scossa e di uscire da quella che rischiava di diventare una situazione di stagnante ripetitività della stessa musica.
Le partiture black non vengono abbandonate sia chiaro, "
Anesthetized Emotions" potrebbe tranquillamente far parte di "
Seasons of Desolation", ma sono affiancate da sezioni cantate completamente in pulito, aperture acustiche ed addirittura da quella che possiamo considerare a tutti gli effetti la loro prima ballad, la titletrack "
Moth's Illusion".
Forse chiamarla così è improprio data l'esplosione furiosa che la caratterizza nella parte finale, ma è innegabile il voler sperimentare qualcosa di nuovo, desiderio chiaramente avvertibile anche in "
Ballad of Musinè" o nella sognante "
Petrichor", probabilmente l'apice toccato dalla voce di
Lys in versione clean.
Sono proprio queste evoluzioni stilistiche, queste alternanze tra esplosioni di furia cieca e placidi passaggi acustici a rappresentare il punto di forza di questo disco, a testimoniare il coraggio degli
Enisum nel lasciare il proprio porto sicuro.
Ed anche se -dopo ripetuti ascolti- "
Moth's Illusion" mi sembra un album di transizione, non posso che consigliarlo a tutti quelli che non si accontentano della solita minestra ma sono sempre alla ricerca di nuove emozioni.
Al prossimo disco vedremo dove li avrà portati questa evoluzione continua.
Enisum - "
Moth's Illusion"
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?