Entrambi concordi nel ritenerlo un buon disco... dovro' concedergli un ascolto :)
Effettivamente dopo tante tante tante delusioni, per farmi ricredere ce ne vuole. Ma come dice Graz se 2 su 2 sono prositivi, e come dice Agatha 3 indizi fanno una prova.... E' che forse non dovrebbero più chiamarsi Queensryche allora forse riuscire a valutarli senza remore.
Delusione per me. A quanto pare i Ryche, dopo due buonissimi dischi metal (senza fare inutili paragoni col passato) hanno deciso di ripescare parzialmente quelle contaminazioni alt. rock che a loro non sono mai riuscite troppo bene... Insomma se i Ryche giocano a fare gli Alter Bridge, perdono il confronto su tutti i fronti. A malincuore, mi tocca bocciarli.
DISCONE. Da loro fedele seguace avevo un po' perso le speranze da quando entrò La Torre pur avendo apprezzato i precedenti due dischi. Non perchP non lo ritenga un buon vocalist, anzi. Solo che preferivo Tate. Dove Todd utilizza un approccio più in your face (aggressivo), Tate va di cesello (carica di emotività ogni singola sillaba che canta). Anche questo ritorno alle sonorità heavy mi aveva un pò perplesso, anche perché da quando c'è stato lo split la band ha tirato fuori tre dischi stilisticamente MOLTO simili tra loro (cosa mai avvenuta prima, dove ad ogni uscita corrispondeva un'evoluzione). Invece questo disco pur nella sua "prevedibilità" stilistica e nonostante i brutti asupici (il fallimento del crowfunding e l'assenza di Scott) mi sta piacendo molto. Cresce di ascolto in ascolto. Mi piacciono moltissimo "Light-Year", "Bent", "Portrait", "Dark Reverie". Vorrei infine far notare come oggi i Queensryche vengano addittati come la band di Wilton e La Torre, quando invece Eddie Jackson e Parker Lundgren sono gli unici ad aver proposto brani composti completamente da loro, di cui due sono tra quelli che ho citato sopra.