I
The Mute Gods di
Nick Beggs proseguono il discorso iniziato con
“Do Nothing Till You Hear From Me” e
“Tardigrades Will Inherit The Earth” producendo il terzo lavoro in quattro anni a base di melodie ficcanti e arrangiamenti minuziosi degni dei nomi coinvolti nel progetto.
Nelle dieci tracce al vetriolo - quantomeno per le tematiche - che compongono
“Atheists And Believers” c’è tutto quello a cui ci ha abituato il trio e anche qualcosa di più. Troviamo infatti rock di classe dal sapore mainstream (la titletrack o
“One Day” con
Alex Lifeson dei
Rush), episodi dal groove coinvolgente (
“Knucklehed” o
“Iridium Heart”, dove i synth di
Roger King sono indiscussi protagonisti), sonorità heavy e progressive (
“Envy The Dead” o la strumentale
“Sonic Boom”) e quegli elementi sinfonici che avevano caratterizzato l’album datato 2017 (mi riferisco alla sfaccettata
“Twited World…”).
Le sorprese le troviamo nei brani più rilassati del lotto, che rispondono al nome di
“Old Men” (bucolica alla maniera dei primi Genesis),
“The House Where Love Once Lived” (ricercatissima nelle timbriche) e
“I Think Of You” (emozionante epilogo pianistico a cavallo tra
Erik Satie e
Philip Glass).
I
The Mute Gods - che rischiavano di essere l’ennesimo “supergruppo” dai giorni contati - sono sempre più una certezza.
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