Per uno di quegli insondabili misteri dell’underground musicale, ricevo solo ora un disco uscito addirittura alla fine del 2016. Si tratta del secondo lavoro dei marchigiani
Palmer Generator, trio strumentale a carattere familiare (padre, figlio e zio). Un’opera che coniuga affilate strutture post-rock alla Neurosis con un’attitudine psichedelica cosmico-lisergica. La solida fluidità della sezione ritmica sostiene l’indole jammistica della chitarra di
Tommaso Palmieri, la quale ci trasporta in voli onirici e spaziali ispirati alle teorie strutturaliste del filosofo Michel Foucault. Il flusso musicale è continuo e costante, come un unico trip avvolgente, con la sola interruzione della traccia centrale ambient-oriented.
Echi psych, vibrazioni narcotiche, intensità heavy, gestiti con ottima performance tecnica ed immersi in una gelida atmosfera trascendente e meditativa, forniscono un ascolto vario e stimolante a chi apprezza le sonorità psico-heavy-rock ed, ovviamente, gli album interamente strumentali.
Anche se in ritardo sui tempi, consiglio questo interessante capitolo discografico della band di Jesi.
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