Nati come band dedita al dark ambient, gli svedesi
Murdryck, a partire dal 2014, si sono convertiti al black metal introducendo l’uso delle chitarre nel loro sound e rilasciando un buon lavoro come “Antologi MMXV” che i nostri si videro costretti ad auto prodursi, cosa che invece non accade con il nuovissimo
“Födelsen” rilasciato dalla piccola
Leviaphonic Records, etichetta che ha, giustamente, creduto nel gruppo.
Dico giustamente perché il secondo lavoro dei
Murdryck è di buonissima fattura.
Senza alcun dubbio.
Il terzetto si rifà alla scena black del suo paese degli anni ’90, sia alle frange più estreme come i Dark Funeral, sia a quelle più melodiche come Dawn o Vinterland, ed aggiunge un tocco del tutto personale che fornisce all’album un taglio quasi progressive ed una generale atmosfera di matrice sinfonica che gli dona una forza ed una eleganza davvero notevoli.
“Födelsen” è un album aggressivo, ottimamente suonato e prodotto, ricco di spunti melodici di grande spessore, soprattutto nei bellissimi assolo di chitarra, mai monotono perché multiforme nel suo incedere e sapientemente arrangiato.
Durante l’ascolto delle 8 tracce che lo compongono, infatti, i
Murdryck sono in grado di alternare momenti epici ad altri di matrice ambient / depressive (di certo molto melanconici), così come partiture cadenzate ad altre più veloci (mai velocissime comunque), passando per soluzioni atmosferiche affascinanti (date un ascolto alla spettacolare
“Black Plague Eclipse”) e, addirittura, ai limiti del rock, senza mai snaturare il proprio sound e rimanendo, quindi, sempre black metal al 100% grazie a quella vena progressive alla quale ho già accennato e che costituisce l’anima della proposta di un gruppo molto intelligente e, di certo, poco avvezzo a soluzioni scontate.
I
Murdryck, dunque, dimostrano con il loro nuovo album una non comune capacità di saper guardare sia al passato che al presente di un genere come il black metal, e dimostrano, inoltre, che nell’underground estremo si nascondono realtà di assoluto interesse che nessuno di voi dovrebbe trascurare qualora sia la qualità ad essere ricercata e non solo la semplice immagine o, peggio, la plastica che va tanto di moda ai giorni nostri.
Prima di congedarmi, aggiungo che questo
“Födelsen” è uno dei lavori più interessanti che mi sia capitato di ascoltare recentemente, un lavoro che, credo, saprà mettere d’accordo sia coloro i quali si professano intransigenti quando si parla di black, sia coloro i quali, invece, apprezzano la melodia e la forma canzone… e riuscire in una impresa del genere non è cosa facile.
Promossi a pieni voti.
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