Dopo una svariata serie di EP è finalmente arrivato per il quartetto dei
Filtheater di pubblicare il proprio debutto
“Blight of Sempiternal Putrefaction” ‘per
Memento Mori. Diciamo subito, a scanso di equivoci, che la ciambella non è propriamente uscita col buco a causa di una produzione a dir poco disastrosa che non solo non aggiunge una marcia in più al death metal del quartetto americano, ma riesce nel poco invidiabile obiettivo di rendere fastidioso l’ascolto dell’album.
A questo va aggiunto che il death metal old school dei
Filtheater lascia poco spazio all’improvvisazione personale, appiattendosi su schemi già utilizzati nei tempi che furono dagli
Incantation (ma senza avere la verve e la sulfurea malignità della band di
John McEntee) o dei
Rottrevore del periodo di “
Iniquitous” ma senza quel senso di putrefazione che permeava quel disco.
Quando arriviamo all’ascolto di
“Swallowed at dusk” si ha la forte sensazione di aver già sentito abbastanza di
“Blight of Sempiternal Putrefaction” quando invece si hanno ancora ben quattro brani da far girare nel lettore. Anche qui era necessario far durare il disco quasi trentotto minuti? Non era meglio sforbiciarlo un minimo e puntare di qualcosa in più sui brani più solidi del lotto?
Domanda ovviamente senza risposta, ma che alla fine ha il suo peso nelle considerazioni finali nel giudicare l’opera prima degli statunitensi.
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