Copertina 8

Info

Anno di uscita:2019
Durata:61 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. OPENING
  2. LOVE & BEYOND
  3. SAVE YOURSELF
  4. PASSENGERS
  5. RED SUN (INTERLUDE)
  6. SUPERSONIC
  7. LA PEROUSE (INTERLUDE)
  8. DON'T LOOK DOWN
  9. FAR AWAY
  10. PENNY LAUGHED (INTERLUDE)
  11. LOVE WAS NEVER BLIND
  12. BLACK MOON (INTERLUDE)
  13. FLYING WITHOUT WINGS
  14. FORBIDDEN CITY (INTERLUDE)
  15. JUST STARDUST
  16. WHAT WILL I BE WITHOUT YOU
  17. STARTING OVER
  18. 'TIL WE MEET AGAIN

Line up

  • Michael Thompson: guitars
  • Larry Antonino: vocals, bass
  • Larry King: vocals
  • Mark Spiro: vocals
  • Sergio Gonzalez: drums
  • Tim Pedersen: drums
  • Guy Allison: keyboards

Voto medio utenti

In un’epoca di grande e agevole disponibilità musicale, è sempre più difficile dedicare il tempo “giusto” ad un’incisione, assaporarne con calma la dovizia dei particolari, la generosità degli arrangiamenti e la proporzionata bellezza delle armonie, suddivise tra grazia e verve.
Con un approccio di questo tipo, dischi apparentemente solo “molto belli” diventano straordinariamente appaganti, gratificando l’astante per quel “tempo di qualità” che ha voluto concedere ad artisti ancora capaci di curare con meticolosità, buongusto e innata sensibilità ogni loro prestazione.
Tra questi “eletti”si segnala, senza possibilità di smentita, un autentico Maestro delle sonorità levigate ed eleganti, un musicista (e produttore e compositore, …) sopraffino, in grado, sotto la denominazione Michael Thompson Band (ma la sua carriera è davvero “impressionante” …) di regalare all’avida comunità degli chic-rockers un capolavoro come “How long” e poi, dopo circa vent’anni, un altro spaccato di pura classe sonora denominato “Future past”.
Il nuovo “Love and beyond” arriva in questo favoloso aprile 2019 (un mese veramente proficuo per la Frontiers Music e per gli appassionati del settore …) a confermare il ruolo elitario di una formazione che, con i nuovi prestigiosi innesti di Larry Antonino e Guy Allison degli Unruly Child, sembra accogliere, almeno rispetto al recente passato, un’ulteriore dose di slancio espressivo.
Forte di un’adeguata cornice (albo prodotto dallo stesso Thompson e mixato e masterizzato dallo “storico” Wyn Davis … a voler essere pignoli è rilevabile appena un pizzico di squilibrio nella resa acustica tra le varie tracce …) il suono soggioga l’astante attraverso interpretazioni intense e vellutate, a dimostrazione che, potendo contare su una monumentale maturità espressiva, per “colpire a fondo” non sono per forza necessari riff “incendiari” o parossismi ritmici.
L’opera vive di atmosfere illuminate da un’elettricità soffusa e sofisticata, alimentata da una chitarra enormemente vitale, incisiva e funzionale, avvolgenti tasti d’avorio e da esibizioni vocali di notevole intensità e suggestione, con il confermato Larry King (già apprezzato su “Future past”) dei Soleil Moon a conquistare il proscenio con le sue vibranti intonazioni.
I contributi di Mark Spiro (in “Supersonic” e “Flying without wings”, pezzi ai quali ha altresì prestato il suo illuminato pennino) e dello stesso Antonino, incorporano intriganti sfumature canore all’interno di un programma colmo di brani “balsamici”, legati tra loro da fascinosi interludi strumentali e unanimemente avvincenti, tra illanguidenti “carezze” e piccole, misurate, e tuttavia significative, “zampate”.
La briosa title-track dell’albo, lo splendore poppettoso di “Save yourself” e il tocco Unruly Child-esco di “Passengers” sono solo l’inizio di un’abbagliante ostentazione di superiore savoir-faire, che in “Supersonic” si colora di vaporosa orecchiabilità, in “Don't look down” e “Love was never blind” diventa più rootsy e con “Far away” e “Flying without wings” farà sobbalzare il “cuoricino” dei fans di Foreigner e Bad English.
La grande tradizione West-Coast-iana evocata in “Just stardust” e il toccante romanticismo di “What will I be without you” aggiungono altra radiosa luminosità armonica a un album che con “Starting over” mostra di sapersi accostare anche a situazioni “radiofoniche” maggiormente contemporanee, senza per questo snaturare le caratteristiche di un gruppo che ha fatto dell’immacolata e ricercata filosofia "adulta" il suo nobile trademark.
Insomma, a beneficio di chi predilige la sintesi, diciamo che la Michael Thompson Band, indifferente alla caducità delle mode, continua a lasciare segni importanti (sebbene oltremodo sporadici, purtroppo …) nella “scena” e che “Love and beyond” è un acquisto prioritario per ogni attento estimatore del rock melodico "colto".
Recensione a cura di Marco Aimasso

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