Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:47 min.
Etichetta:Silver Lining Music

Tracklist

  1. BELLY OF THE BEAST
  2. THE MESSENGER
  3. THE COFFIN TRAIN
  4. SHADES OF BLACK
  5. THE SLEEPER (PRELUDE)
  6. THE SLEEPER
  7. DEATH BY DESIGN
  8. SERRATED LOVE
  9. THE PHOENIX
  10. UNTIL WE BURN

Line up

  • Brian Tatler: guitars (lead)
  • Karl Wilcox: drums
  • Andy "Abbz" Abberley: guitars (rhythm)
  • Rasmus Bom Andersen: vocals
  • Dean Ashton: bass

Voto medio utenti

Paladini dell'Heavy Metal Classico contornato di epico Hard Rock. Stiamo parlando degli storici Diamond Head, che fanno ritorno nel 2019 con questo nuovo album, The Coffin Train, senza tanti orpelli vediamo com'è questo lavoro, passato fin troppo in sordina.

The Coffin Train apre con una delle migliori di tutto l'album: Belly Of The Beast, che inizia con l'arrivo di un treno in stazione, subito surclassato dal potente riff scagliato dai nostri. Da questo primo brano si mettono subito le cose in chiaro, l'accoppiata di asce Tatler/Abbz, il primo membro fondatore, il secondo reclutato nel 2006, non mollerà un centimetro di terreno, rispetto alla battaglia che il metallo vero e puro combatte da più di due decadi. Questo concetto della battaglia vero/finto/moderno Metal, va avanti fin da troppo, e molti la ritengono insensata e superabile con "un po' di apertura mentale". Loro malgrado non funziona così, c'è della musica che vale, musica che aggiunge qualcosa, e della musica che non vale il becco di un quattrino, e che di fatto è da buttare e dimenticare. I Diamond Head, in questa veste, sicuramente più moderna rispetto all' "Am I Evil?" che li ha resi famosi, rientrano sicuramente nella prima fascia, quella degna d'esser ascoltata, amata e difesa a costo della vita.

The Coffin Train prosegue con altre canzoni molto valide come "The Messanger", la title track, "Death By Design" o "The Phoenix", sicuramente degne di più di un ascolto ed attenzione.

Vorrei soffermarmi sulla conclusiva e malinconica "Until We Burn", che non vorrei gufarla, ma credo sia un degno epilogo di fine carriera per i quasi sessant'anni che ci ritroviamo ad ascoltare. Anche se come ho già detto, questi vecchietti qualcosa da dire ce l'hanno, a differenza di altre band giovani che non hanno ne fantasia ne la concezione di cosa sia il Metal come dovremmo intenderlo.

Consiglio questo album? Assolutamente si, valido, pieno di idee e ispirazione, e a mio avviso non è una delle solite band vecchie che torna "perché ci sono le bollette da pagare", ma perché con 40 anni di carriera si ha ancora qualcosa da dire al mondo.
Recensione a cura di Carlo Masoni

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