Quello che sarà probabilmente ricordato come l’album con la copertina più bella del 2019 - guardare per credere! - è la prima release solista di
Daniel Tompkins, cantante dei
TesseracT. Musicalmente siamo al cospetto di un lavoro tanto intimo quanto spiazzante (nella migliore tradizione
Kscope), votato all’elettronica e piuttosto distante dal sound della band madre.
Se l’introduttiva
“Saved” rievoca i Depeche Mode, tracce come
“Castles” e
“Black The Sun” non possono non rimandare alle sonorità dei
Lunatic Soul o dei
Riverside - chitarre
in primis. I pochissimi momenti lasciati agli strumenti acustici (il pianoforte di
“Cinders”) si alternano a episodi acidi (
“Kiss”), ipnotici (
“Limitless”) e spesso soporiferi - penso a
“Telegraph” o alle varie take alternative di
“Saved”, che sembrano uscite direttamente dagli Anni Ottanta.
Un po’ di rock in più non avrebbe guastato, ma l’interpretazione maiuscola di
Tompkins basta a promuovere senza remore il suo debutto sulla lunga distanza.
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