Nonostante la giovane età - nel 2007 anno di fondazione della band i cinque ragazzini danesi avevano tra i 12 ed i 14 anni- gli
Aphyxion vantano oltre 10 anni di carriera e con "
Void" giungono al terzo lavoro sulla lunga distanza.
Dopo il buon debutto nel 2014 con "
Earth Entangled", disco che si muoveva sulle classiche coordinate del melodic death metal di stampo scandinavo, già con il successivo "
Aftermath" sonorità più "moderne" e metalcore hanno iniziato a contaminare in maniera massiccia la proposta dei nostri.
Il buonissimo riscontro del pubblico e della critica (io però che sono un irriducibile nostalgico non ho particolarmente apprezzato la svolta modernista) ha permesso al combo di supportare band ben più celebri quali
Metallica,
Hatebreed e
Soilwork.
"
Void" spinge ancora di più in questa direzione, accomunando gli
Aphyxion a band quali
Iamsin,
The Unguided o
Jotnar, tutti ensemble che non brillano certo per originalità o innovazione.
Dopo un paio di tracce non memorabili ma sicuramente apprezzabili come l'opener "
Fork Tongued" e "
Sleepwalkers", dalle soluzioni derivative e strautilizzate ma comunque gradevoli per la rocciosità dei riff, purtroppo il disco cala drasticamente di qualità riproponendo pedissequamente in ognuna delle restanti nove canzoni tutti i clichè classici del modern melodeath/metalcore: alternanza tra growl e clean vocals, abuso di breakdown e di synth.
Scoprire le carte del lavoro targato
Haagensen e soci diviene a questo punto sin troppo facile visto che il mercato è saturo di proposte simili (il coretto di voci infantili in "
Crown of Thorns" non può che richiamare i
P.O.D. di "
Youth of the Nation"....ed eravamo nel 2001!!!) e lo sbadiglio fa capolino sempre più di frequente.
"
Void" merita una sufficienza stiracchiata perchè l'abilità tecnica del gruppo è innegabile ("
Sedate Myself" e "
No Man Is An Island" hanno una costruzione eccellente e dinamiche coinvolgenti) e si sente che la stoffa è di ottima qualità, ma proprio questo acuisce il rammarico per l'occasione perduta.
Se vorranno sedersi al tavolo dei grandi gli
Aphyxion dovranno lavorare sui loro difetti, la monotonia delle composizioni soprattutto, senza cercare di piacere per forza a tutti.
Aphyxion - "
Fork Tongued"
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