Dio solo sa quanto amo quell'ondata del "
becer power metal" che uscì in tutta la sua fierezza a fine '90 - inizio 2000, partorendo degli autentici capolavori che non hanno mai smesso di suonare nel mio stereo in tutti questi anni:
Wyvern, Nostradameus, The Storyteller, Celesty, Crystal Eyes, Zonata, Axenstar, Custard, Morifade...e non sapete per quanto ancora potrei andare avanti.
Tra tutti questi, insieme agli sfortunati Wyvern, proprio i
Freternia hanno un posto speciale nel mio cuore. Autori di due meravigliosi album, si sono poi dissolti nel nulla senza praticamente lasciare traccia per tutto questo tempo, se escludiamo un EP del 2009 di cui ho saputo dell'esistenza solo in queste settimane.
"
A Nightmare Story", loro seconda opera uscita nel 2002 per la defunta label spagnola
Arise Recods, l'ho consumato ma specialmente il loro debutto del 2000 "
Warchants & Fairytales", pubblicato dalla splendida ma anch'essa estinta
Loud 'n' Proud (che aveva anche gli enormi
Persuader, con cui i Freternia realizzarono uno split ad inizio carriera), rappresenta per me quello che per un ascoltatore medio di power metal italiano potrebbe rappresentare, non so, "
Imaginations from the Other Side" dei
Blind Guardian o "
The Dark Ride" degli
Helloween, tanto per citare due dischi che hanno venduto tantissimo e riscosso grandi apprezzamenti.
"Warchants & Fairytales" non è MAI uscito dal mio lettore, non è passato mese in questi 19 anni in cui non ha risuonato in casa mia, nello stereo del salotto o nelle mie playlist con cui vado a correre o in bicicletta: "
The Worst of Enemies", opener del disco, in particolar modo, è uno dei brani più importanti e significativi della mia vita che mi porterò dietro nella tomba col sorriso e che urlerò finchè potrò con tutto il fiato:
Mighty warrior ride
The skies are covered in red
Where high the eagles fly
Alone in victory you standChe razza di aspettative potevo mai nutrire, alla luce della mia venerazione per i Freternia, per un disco che giungeva dopo ben 17 anni di oblio? Quale ispirazione avrebbe mai potuto muovere questi ragazzi? Inutile dire che ero praticamente rassegnato all'ennesimo disco "tanto per", nel migliore dei casi scialbo, o addirittura pessimo e che avrebbe infangato la memoria dei Freternia di una volta.
Sono rimasto allibito.
"
The Gathering" non ha NULLA da invidiare ai primi due dischi, "The Gathering" è un fottuto capolavoro di power metal europeo anni 2000: non ci sono modernismi, non c'è plasticosità, c'è solo del power metal melodico ma abrasivo, condito dall'ugola senza tempo di Pasi Humppi che è rimasta totalmente inalterata rispetto ai bei tempi andati.
Mai banali, mai zuccherosi ma al contrario belli incazzati e con toni assai maturi e drammatici, i Freternia sono riusciti a comporre un disco peraltro assai lungo (più di un'ora di durata) senza nemmeno un calo qualitativo o momenti di stanca, con una produzione perfetta e, ciliegina sulla torta, anche con una copertina vecchio stile che a noi amanti di questo genere di power metal non potrà che far sorridere di gusto.
Della fomazione storica sono rimasti, oltre al già citato
Humppi - autore di una prestazione da lacrime -
Patrik von Porat, chitarrista sul primo disco,
Tomas Wäppling, da sempre nella band o come ascia o come bassista, e Tommie Johansson alle sempre importanti ma mai invadenti tastiere.
Il resto della formazione differisce tra quello che riporta la bio che accompagna il promo e le informazioni che si reperiscono in rete, di conseguenza non si capisce bene chi si sieda dietro alla batteria o chi imbracci il basso, ma quello che a noi importa è che "The Gathering" sia una sorta di festa del power metal svedese: oltre a non scendere mai di valore, presenta anche dei graditissimi ospiti d'onore, come
Johannes Nyberg, dei già citati Zonata, ed il grandissimo
Mikael Dahl dei Crystal Eyes, contribuendo ad arricchire ulteriormente il giudizio entusiasta di chi invece non avrebbe mai scommesso nemmeno un centesimo sul buon esito di questa reunion.
Oltre alla dirompente opener "
Reborn", uscita anche come primo video promozionale, che effettivamente lasciava intendere che i ragazzi non si erano approcciati con superficialità al loro ritorno, sono da segnalare la cadenzata "
Last Crusade", e proprio i mid-tempos saranno uno dei punti forti di questo disco, insieme agli assoli, davvero taglienti e con un ottimo gusto epico ed apocalittico, accentuato dall'ottimo uso delle tastiere.
Citare "
Eye the Shadow of Your Sins", la stupenda "
Change of Life", col suo incedere drammatico e magniloquente e la conclusiva "
Age of War", che potrei definire la summa della proposta musicale dei Freternia, sarebbe fare un torto a tutti gli altri brani presenti su questo incredibile "The Gathering" che è un disco valido nella sua interezza, lontano dalla filosofia Spotify basata sui singoli.
Qui facciamo un salto indietro nel passato anche per quanto riguarda la concezione di musica, intesa non come profitto o passatempo, ma come arte e ragione di vita.
Così come erano riusciti a fare i
Royal Jester sul finire dello scorso anno, con l'inaspettato e riuscitissimo "
Breaking the Chains", anche i Freternia hanno realizzato un come-back che riesce ad andare al di sopra anche delle loro possibilità, confezionando un regalo per tutti noi nostalgici delle vecchie sonorità power che hanno segnato le nostre adolescenze e che continueranno ad essere colonna sonora di tutta la nostra vita.