Tra i numerosissimi “recuperi” storici con cui la discografia attuale cerca con difficoltà di sopravvivere, non sono poi molti quelli che meritano davvero l’attenzione meticolosa dei
rockofili, in virtù di una qualità espressiva di livello superiore che, a dispetto magari di un pizzico di fatale “immaturità”, appare propedeutica a comprendere meglio il valore di artisti non esattamente al “centro dei riflettori”.
E’ il caso di
Baro, ovvero
Alberto Molesini, bassista, cantante e compositore dalla notevole esperienza e preparazione (alla fine degli anni settanta forma il gruppo La Sintesi, mentre nei
nineties collabora con Hydra ed Elam), che qualcuno ricorderà come importante contributore all’eccellente
“One light year” dei Marygold.
Stimolato dai buoni riscontri ottenuti con questi ultimi, il nostro decide di rispolverare (arricchendoli e proponendoli con nuovi arrangiamenti) due “
prog-getti” risalenti agli anni ottanta, assecondando così il sogno di conferire l'agognata “visibilità” ai suoi primi passi musicali.
Grazie al sempre intraprendente e competente supporto dell’
Andromeda Relix vedono così la luce “
Lucillo e Giada” (1980) e “
Topic Wurlenio” (1983), due
operine preziose che mi sento di consigliare a tutti gli estimatori del
prog-rock “classico” e non per questo intriso di fastidiosi manierismi.
La prima, una sorta di suggestiva favola dalle sfumature teatrali e fantapolitiche, la raccomando innanzi tutto a quelli che amano le mille sfaccettature della “tradizione” del genere (Yes, Gentle Giant e tante immarcescibili leggende del
Belpaese … da Le Orme ai New Trolls, passando per la PFM), mentre la seconda non dovrebbe sfuggire a chi non disdegna, nel medesimo ambito stilistico, anche la presenza di qualche ulteriore piccola “contaminazione” (tra
pop,
funky e
new wave), gestita con equilibrio e un certo buongusto.
Il tutto è amalgamato con una disinvoltura e una raffinatezza davvero sorprendenti, tenendo conto che si tratta di materiale concepito nella “gioventù” di un musicista che evidentemente già allora poteva contare su una notevole sensibilità e su un considerevole estro compositivo, a complemento di un talento innato per queste sonorità.
Insomma, sono convinto che dopo esservi goduti con la dovuta calma e concentrazione i quarantaquattro minuti della suite in quattro “atti” contenuta in “
Lucillo e Giada” e l’ora scarsa del cangiante “
Topic Wurlenio”, non potrete far altro che manifestare la vostra ammirazione per
Baro, un artista che da tempo porta avanti con padronanza, ispirazione e determinazione le sue idee musicali, incurante delle mode e di chi è ossessivamente alla ricerca del “futuro” del rock, quando molte volte è in realtà il suo “passato”, nelle mani giuste, a fornire le emozioni
cardio-uditive più intense … dopo il doveroso “ripasso”, ora attendiamo con grande interesse altri
prog-jets targati
Alberto Molesini.
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