Ad oltre un decennio di distanza dall’ultimo full-length, “Rock our souls” (2007), torna alla ribalta la band inglese più ruvida, brillante, grintosa e verace del panorama rock heavy-psych: i
Gorilla. Infatti, pubblicano un nuovo album per la nostrana
Heavy Psych Sounds, l’etichetta fondata da Gabriele Fiori dei Black Rainbows sempre più punto di riferimento dello scenario heavy-rock, stoner, psych-rock, doom, ecc, internazionale.
Per descrivere sommariamente lo stile del trio britannico, potremmo immaginare una jam acida tra Blue Cheer, Motorhead e Kyuss, il tutto immerso in un’atmosfera vintage settantiana. La grezza registrazione analogica, che oggi per qualcuno è pura blasfemia, non fa che accentuare positivamente le caratteristiche di calore torrido, urgenza, immediatezza, che i
Gorilla sanno esprimere con facilità imbarazzante e che li pongono sempre una spanna sopra la concorrenza. Non dimentichiamo che il chitarrista/cantante
Johnny Gorilla è protagonista anche in un’altra ottima band del settore: gli Admiral Sir Cloudesley Shovell, autori di alcuni dischi di rombante heavy rock-blues.
Il disco si apre con il tiro motorheadiano di “
Scum of the earth”, uno dei brani più rocciosi mai incisi dalla band, dove la rauca voce di
Johnny pare davvero quella del giovane Lemmy, proseguendo poi con “
Cyclops”, un trip psycho-rock dalle sfumature cosmiche ma innervato da robuste sferragliate hard rock. “
Gorilla time rock’n’roll” è un altro elaborato assalto anfetaminico dove compare anche un’armonica bluesy, mentre “
Treecreeper” si presenta come un torpido slow stoner dal forte retrogusto lisergico. La lunga “
Mad dog” parte con ritmiche ed atmosfera cupamente doomy, poi si scatena in un irresistibile groove heavy rock settantiano gravido di assoli ed indole freakettona. “
Ringo dingo” e “
Killer gorilla” richiamano l’urgenza quasi punkeggiante e metallica dei Blue Cheer, mentre “
Terror trip” è un grezzo mid-tempo fuzz-noise con accellerazioni speed e “
Last in line” è un altro brano didascalico di heavy-garage rock distorto e rombante.
Un ritorno scintillante per i
Gorilla e sicuramente uno dei dischi della mia top-ten di fine anno.
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