Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:47 min.
Etichetta:Heavy Psych Sounds Records

Tracklist

  1. SCUM OF THE EARTH
  2. CYCLOPS
  3. GORILLA TIME ROCK’N’ROLL
  4. TREECREEPER
  5. MAD DOG
  6. RINGO DINGO
  7. TERROR TRIP
  8. LAST IN LINE
  9. KILLER GORILLA

Line up

  • Johnny Gorilla: guitar, vocals, harmonica
  • Sarah Jane: bass
  • Ryan Matthews: drums

Voto medio utenti

Ad oltre un decennio di distanza dall’ultimo full-length, “Rock our souls” (2007), torna alla ribalta la band inglese più ruvida, brillante, grintosa e verace del panorama rock heavy-psych: i Gorilla. Infatti, pubblicano un nuovo album per la nostrana Heavy Psych Sounds, l’etichetta fondata da Gabriele Fiori dei Black Rainbows sempre più punto di riferimento dello scenario heavy-rock, stoner, psych-rock, doom, ecc, internazionale.
Per descrivere sommariamente lo stile del trio britannico, potremmo immaginare una jam acida tra Blue Cheer, Motorhead e Kyuss, il tutto immerso in un’atmosfera vintage settantiana. La grezza registrazione analogica, che oggi per qualcuno è pura blasfemia, non fa che accentuare positivamente le caratteristiche di calore torrido, urgenza, immediatezza, che i Gorilla sanno esprimere con facilità imbarazzante e che li pongono sempre una spanna sopra la concorrenza. Non dimentichiamo che il chitarrista/cantante Johnny Gorilla è protagonista anche in un’altra ottima band del settore: gli Admiral Sir Cloudesley Shovell, autori di alcuni dischi di rombante heavy rock-blues.
Il disco si apre con il tiro motorheadiano di “Scum of the earth”, uno dei brani più rocciosi mai incisi dalla band, dove la rauca voce di Johnny pare davvero quella del giovane Lemmy, proseguendo poi con “Cyclops”, un trip psycho-rock dalle sfumature cosmiche ma innervato da robuste sferragliate hard rock. “Gorilla time rock’n’roll” è un altro elaborato assalto anfetaminico dove compare anche un’armonica bluesy, mentre “Treecreeper” si presenta come un torpido slow stoner dal forte retrogusto lisergico. La lunga “Mad dog” parte con ritmiche ed atmosfera cupamente doomy, poi si scatena in un irresistibile groove heavy rock settantiano gravido di assoli ed indole freakettona. “Ringo dingo” e “Killer gorilla” richiamano l’urgenza quasi punkeggiante e metallica dei Blue Cheer, mentre “Terror trip” è un grezzo mid-tempo fuzz-noise con accellerazioni speed e “Last in line” è un altro brano didascalico di heavy-garage rock distorto e rombante.
Un ritorno scintillante per i Gorilla e sicuramente uno dei dischi della mia top-ten di fine anno.

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