Nel 2007 si scioglievano gli Hate Forest tra i massimi esponenti, a parere di chi scrive, del misanthropic black metal degli anni 2000.
Proprio nello stesso anno esordivano i
Blood of Kingu, nuova creatura di
Roman Saenko (leader degli Hate Forest), con
"De Occulta Philosophia" un album che oggi, a distanza di dodici anni e dopo lo scioglimento dei Nostri, la
ATMF si occupa di ristampare.
Chi conosce l'intransigenza degli Hate Forest e l'approccio "poetico" dei Drudkh (che nel periodo al quale stiamo facendo riferimento erano diventati la band principale di
Roman) saprà molto bene cosa aspettarsi da un album che, a distanza di tempo, non ha perso un'oncia del suo fascino e del suo carattere fortemente ucraino da sempre, e per sempre, presente in ogni progetto di
Saenko.
"De Occulta Philosophia", sostanzialmente, risulta essere il trait d'union tra i due gruppi che ho citato: meno estremo degli Hate Forest, ma comunque disperato e misantropico, più violento dei Drudkh, ma con la stessa epicità di fondo e lo stesso squisito gusto per le melodie e le atmosfere da solitudine estrema tipiche dei paesaggi della steppa.
I
Blood of Kingu, all'epoca one man band, mettono in musica il loro paese e ci offrono un suono "poco" prodotto ma perfetto per il contenuto musicale, un contenuto che parte dagli Immortal di "Pure Holocaust" per spingersi all'interno di sentieri "melodici" che conferiscono all'album una magnetica forza attrattiva che ti porta ad essere risucchiato nel vorticare delle note come se il vento, incessante, spazzasse l'aria rendendo il cielo terso e, contemporaneamente, gelido, il tutto per una esperienza che dura soltanto ventinove minuti che sembrano, però, tanti di più.
"De Occulta Philosophia" è certamente un album di nicchia, è certamente un album intransigente e lontanissimo dal mainstream, ma è un piccolo gioiello frutto del genio di un musicista che, in pratica, non ha mai sbagliato un solo disco nella sia carriera, un album, quindi, che gli amanti dell'estremo dell'Est e delle sue tormentate atmosfere non dovrebbero mai farsi mancare nella propria collezione.
Se all'epoca vi siete persi questo piccolo capolavoro, oggi è il momento di rimediare e di ringraziare l'etichetta italiana che ha curato questa ristampa.
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