I campani Guernica pur essendo partito come una band crossover hanno poi dato una sterzata decisa al loro sound, fiero continuatore della buona tradizione nostrana di bands come Timoria e Afterhours, pur se in questo caso possiamo dire che il sound della band è molto più stratificato.
In effetti le canzoni dei Guernica sono tanti piccoli micro-cosmi, dove il suono è spesso caldo, sensuale, come in “Venus”, oppure estremamente ricercato come in “Les Yeux”, canzone cantata in francese.
In tutto questo trova spazio la bella voce del singer Tony D’Alessio, nonché la prova strumentale dei restanti componenti della band, i quali mostrano di avere un’esperienza non da poco, contribuendo a creare strutture raffinate e apparentemente colte. L’uso poi di strumenti in genere avulsi dal contesto rockettaro duro e puro, quali fisarmoniche, violoncello e pianoforte, da un tocco decisamente fascinoso al platter.
Quello che manca a questo disco è l’impatto, lasciato tutto per alcuni momenti, nel corso delle canzoni, dove la band sembra voler pestare duro, ma sono appunto solo momenti, prima che si torni ai ghirigori più o meni artistici. Dico più o meno perché l’uso di samples talvolta modernisti stona col contesto che invece sembra piuttosto retrò, soprattutto se facciamo riferimento all’immaginario che la band ci offre su questo disco.
Da questo punto di vista forse il riferimento a Picasso non è casuale, e sulla tela musicale dei Guernica trovano posto le influenze più disparate, che messe insieme sembrano proprio un quadro del pittore spagnolo. Comunque un buon disco di una band abbastanza personale e valida.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?