Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:46 min.
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. ALPHA
  2. TSUNAMI DUST
  3. S.N.A.P.R.S.T.
  4. FORGOTTEN SEASON
  5. NIGHT JAM
  6. KID IN THE DESERT
  7. CRAZY FOREST
  8. TUKAY'S FURY
  9. THE ELEPHANT MARCH
  10. OMEGA

Line up

  • Dave: vocals
  • Asì: guitars
  • Sergente: guitars
  • Tonasdovich: bass
  • Wampraccio: drums

Voto medio utenti

Ancor più che nel resto d'Europa, in Italia il successo dello stoner-rock e di altri filoni solitamente associati ad esso (doom, sludge, psych, ecc.) non ha mai oltrepassato i confini di una ristretta nicchia di appassionati. La conseguenza più ovvia è che il numero di formazioni nostrane interessate ad agire nel settore è sempre rimasto piuttosto limitato. Questo non ha però inciso sulla qualità espressa da diversi nostri rappresentanti, in molti casi anche ben superiore al livello medio internazionale. Tra i praticanti dello stoner possiamo ora inserire gli Zippo di Pescara, gruppo che fortunatamente non mostra alcun imbarazzo a dichiarare la propria appartenenza a tale genere. Il gruppo è attivo solo da un paio d'anni, ma si è già sentito all'altezza di realizzare un vero e proprio full-lenght d'esordio. "Ode to maximum" è un lavoro denso di soluzioni interessanti, testimonianza di una profonda conoscenza della materia, ed è sicuramente basato su notevoli capacità tecniche e su uno stadio di maturità già piuttosto avanzato. Manca però ancora una chiara e precisa identità personale, la piena definizione degli obbiettivi da raggiungere ed il modo di coagulare in forma unitaria i tanti spunti stimolanti forniti dalla band. Infatti gli Zippo spaziano senza troppi problemi di coerenza tra le varie correnti stoner ed affini, sperimentando temi, approcci, ritmi e perfino idiomi differenti, quasi a voler mettere alla prova la propria elasticità interpretativa. D'altronde sono gli abruzzesi stessi ad ammettere una larga fascia d'influenze che vanno dai Black Sabbath ai Kyuss, passando per protagonisti del passato e del presente come Candlemass, Sleep, Entombed, Clutch, Pelican e così via. Dichiarazione sincera e realistica, perchè trova pieno riscontro nel loro sound che mostra senz'altro qualcosa dei nomi citati, ma inserito in un contesto così variegato da riuscire a mascherare eventuali riferimenti troppo spinti. Nell'album incontriamo infatti diverse tipologie di brani, in primo quelli estesi dall'andamento lento e tortuoso come "Tsunami dust" o l'ipnotica "Elephant march", orientati verso un doom/sludge con ottime aperture heavy-psych talvolta arricchite da vibrazioni space-rock. Vivaci cambi di ritmo ed inserti spiazzanti e rarefatti, buon tasso lisergico ed atmosfera abbellita da una voce declamante ed evocativa, sicuramente questa è una variante che gli Zippo riescono a maneggiare con grande profitto. Un'alternativa valida è quella delle canzoni classicamente stoner, vedi la cadenzata e settantiana "Forgotten season" ed il tiro massiccio e trascinante di "Kid in the desert", il pezzo più immediato del lavoro ispirato alla scuola scandinava nell'unire groove heavy e passaggi liquidi in modo eccellente. Qui scopriamo il volto muscolare degli Zippo, accostabili per impatto a nomi nordici tipo Astrosoniq, Green Leaf o Generous Maria. Un terzo aspetto dell'album consiste in un paio di episodi di pura psichedelia desertica: un delizioso cameo strumentale come "Night jam" dal tocco vellutato e narcotico, ed una complessa "Crazy forest" nella quale la band sfoga le proprie ambizioni improvvisative con spirito free-form, alternando fasi aggressive ed incalzanti a magnifiche sospensioni oniriche e realizzando così uno dei momenti più belli e qualitativi del disco. Ed infine restano ancora un paio di tracce cantate in italiano, piuttosto vigorose e con un sottofondo di cattiveria metallica, ma a mio avviso di livello inferiore al resto e che oltretutto alimentano la sensazione di un impianto stilistico ancora poco omogeneo. Forse in questo lavoro sono confluite canzoni realizzate in diversi periodi creativi della band o magari la varietà perfino eccessiva è una peculiarità naturale del quintetto, però credo che in futuro gioverebbe agli Zippo concentrare gli sforzi in meno direzioni per ottenere un risultato di maggiore compattezza, al riparo dal rischio di scivolare nella dispersione. Comunque per essere un debutto "Ode to maximum" è certamente buono, con passaggi di ottima fattura ed un'alternanza di groove fumoso, rallentamenti ossianici e delicate pennellate lisergiche che vanno oltre le semplici speranze per il domani. Chi segue lo stoner ed in particolare la scena nazionale deve sostenere una formazione come gli Zippo, già oggi in grado di ben figurare all'interno dello sfilacciato panorama di questo genere.

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