Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2019
Durata:45 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. SUBWAY TO THE STARS
  2. 29TH OF FEBRUARY
  3. SOUND OF SPEED
  4. DEAD AIR
  5. GRAND SCAM
  6. MORE WOLF THAN LAMB
  7. CUT THROUGH
  8. LITTLE SERPENTINA
  9. ANTISOCIAL BUTTERFLY
  10. GUTTER RHYMES FOR VALENTINES
  11. SOLITAIRE

Line up

  • Ray West: vocals
  • Rob De Luca: bass, vocals
  • Ziv Shalev: guitars
  • Rik De Luca: drums, percussion

Voto medio utenti

Ed eccoci di nuovo … come accaduto in molte altre occasioni (il caso più recente riguarda i Roxy Blue), all’attempato recensore è richiesto uno “sforzo” supplementare … analizzare in maniera distaccata il nuovo lavoro di una band capace in “gioventù” di scatenargli importanti scosse cardio-uditive e poi sparita dalle scene per lungo tempo.
Si tratta, insomma, di epurare il giudizio da questioni “affettive” e “nostalgiche”, una faccenda abbastanza complicata, soprattutto se tra il passato e il presente del suddetto gruppo sono altresì individuabili talune differenze stilistiche.
E allora diciamo subito che gli Spread Eagle di “Subway to the stars” non sono “esattamente” più quelli del debutto “Spread Eagle”, anfetaminico e furioso gioiellino di street-metal, in grado di distillare Skid Row, Motley Crue e gli storici The Godz in una miscela sonica altamente esplosiva.
Essendo trascorsi quasi trent’anni tra i due estremi della carriera dei nostri (in mezzo c’è anche "Open to the public", del 1993), un qualche “cambiamento” appare prevedibile, legittimo e magari anche apprezzabile, ma come ben sanno i musicofili della mia generazione, ogni paragone con il tempo andato rischia di uscire già sconfitto in partenza.
Provando, dunque, a svincolarsi da tali suggestioni, è necessario “razionalmente” sottolineare quanto “Subway to the stars” sia nell'insieme un lavoro di discreta fattura, che conserva lo spirito corrosivo della formazione americana e lo sottopone a un’operazione di “aggiornamento” sonoro (compresi gli arrangiamenti) abbastanza evidente, sebbene non particolarmente snaturante.
In tale contesto, dopo aver rilevato che “More wolf than lamb” sembra più una (piacevole) outtake degli Alice In Chains che un pezzo degli Spread Eagle e che “Cut through” (dal ritornello vagamente Priest-iano) si perde in abuliche digressioni metalliche, si può tranquillamente accogliere senza sbarranti remore la "nuova" direzione artistica del gruppo, accesa da una sferragliante title-track, dalla viziosa “29Th of February” e dall’aggressività di “Sound of speed”, “Dead air” (bello il tocco oscuro che alimenta il brano) e “Grand scam”, tre momenti di rispettabile intensità emozionale.
Little serpentina” non spiace grazie a una melodia obliqua e magnetica, “Antisocial butterfly” colpisce per il piglio punk-eggiante, mentre “Gutter rhymes ror Valentines” seduce con un avvolgente clima glam-rock e “Solitaire” sigilla il programma con una ballata elettro-acustica tutt’altro che indimenticabile.
Gli Spread Eagle tornano a volare, ma qualche “zavorra” espressiva di troppo impedisce loro di svettare sull’agguerrita concorrenza contemporanea … un peccato, e non solo perché il ricordo dei “giorni gloriosi” è così maledettamente difficile da scacciare dalla memoria.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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