Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2001
Durata:49 min.
Etichetta:Osmose
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MOTHER ANOREXIA
  2. CHATIMENT DE LA ROSE
  3. BLACK DEATH, NONETHELESS
  4. STABAT MATER DOLOROSA
  5. LE PORTRAIL DE LA VIERGE
  6. THE ALTAR OF HOLOCAUSTS
  7. HAIL TYRANNY
  8. ORDO AB CHAO: THE SCARLET COMMUNION
  9. SOLITUDE (BONUS TRACK)

Line up

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Una breve intro fatta di sviolinate e si parte! Il discorso è sempre lo stesso: batteria supersonica, voce disumana e riff di stampo classico/thrash accompagnati da elementi più orchestrali e sinfonici grazie alle onnipresenti tastiere. Gli Anorexia Nervosa, dopo il buon Drudenhaus, tornano con otto tracce di pura devozione all’ultimo Dimmu Borgir, quel “Puritanical Euphoric Misantropia” che tanto ha diviso critica e pubblico, vendendo allo stesso tempo una marea di copie. L’atmosfera si mantiene sempre molto caotica, e ci vogliono parecchi ascolti per riuscire a cogliere perfettamente il filo del discorso. La produzione è ottima, anche se “pignoleggiando” un po’ forse le chitarre avrebbero potuto essere messe più in primo piano. A sovrastare il tutto ci pensa la batteria: un pulsare continuo che alterna il classico “blast-beat” (o ritmo grind) del black ad una doppia cassa modello elicottero, finendo molte volte per appiattire il tutto e facendo sì che molte canzoni si assomiglino un po’ troppo. Una menzione particolare va fatta alla traccia strumentale - davvero un gioiellino (mia madre entrando in camera in quel momento ha detto: “belle queste musiche…di chi sono?” eheh) – che all’inizio avrei visto bene come colonna sonora del film Titanic nella famosa scena della cena, mentre nella parte centrale si anima in versione Pianista Sull’Oceano, fino alla conclusione abbastanza oscura ed inquietante. Sono solo poco più di due minuti, ma fa venire voglia di essere ascoltata un’altra volta. Il cantante urla dal primo all’ultimo minuto (se si escludono la strumentale e la terribile cover dei Candlemass), e in alcuni punti mi ha ricordato il mitico Tomas Lindberg degli At The Gates. I cinque francesi alla fine portano avanti con coerenza il loro discorso, non hanno ammorbidito il sound negli ultimi anni e hanno affinato al contempo le capacità in materia di songwriting. Purtroppo nel loro genere musicale non c’è più la malignità né l’atmosfera del vecchio black metal, solo un’attitudine votata alla velocità e all’attacco frontale…d’altronde questo è ciò che vuole il pubblico e lo dimostra la considerazione di cui godono gli Anorexia nella loro patria. In conclusione, come scritto nella biografia, vi segnalo che nelle versione limitate in digipack e vinile saranno presenti altre due cover di Judas Priest e Death, ma visto in che maniera scandalosa hanno fatto a pezzi un classico come Solitude dei Candlemass, francamente mi sembra un particolare di poco interesse.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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