Devo fare una premessa prima di recensire questo album; di solito gli album post reunion, non sono mai dei bei dischi, anzi, é raro che sappiano confermare o avvicinarsi ai fast passati e spesso personalmente se il risultato non mi piace, fatico a riascoltare i dischi vecchi del gruppo che ha pubblicato la nuova “fatica”.
Quando ho trattato il singolo split che preannunciava il ritorno di questi thrashers, un filino di speranza me lo sono tenuto, anche se la paura che il full fosse una cagata pazzesca citando il buon rag.
Fantozzi era un’ipotesi molto pesante da valutare.
E invece quando il sommo
Graz mi ha regalato l’opportunità di ascoltare la nuova fatica dei
SACRED REICH dopo ben 23 dall’ultima prova e avendolo ascoltato ben bene, posso dire solo una cosa, la bestia si é risvegliata!
Un disco di poco più di mezz’ora condensato in otto, dico otto proiettili calibrati in puro thrash metal, con una coerenza anche nelle liriche che mi ha fatto salire il cuore in gola.
Si parte col botto con la titletrack, un brano pesantissimo e che taglia veramente dato che i riffing sono puro acciaio.
Sembra che il tempo non sia passato per
Rind e soci, che possono contare sui nuovi innesti come
Joey Radzwill a duellare con
Wiley Arnett alle chitarre, e una mitraglia alla batteria come
Dave McClain; il brano é potente, terremotante e la voce di
Phil Rind é un ruggito con solos perfetti e un pesantissimo mid tempo nel finale.
“
Divide & conquer” é un proiettile thrash metal veloce con riffing serrati e che scatenano l’headbanging.
Il chorus é perfetto con apertura melodica e che cresce d’intensità e pathos epico man mano che si ascolta e solos grandioso di puro metallo fuso.
“
Salvation” è un pezzo grandioso di puro doom metal, una cavalcata thrash che sembra fondere lo stile dei nostri con i
Black Sabbath.
No, non sto scherzando, sentitevi le chitarre e l’apertura con il chorus, é grandiosa e fa levare il pugno al cielo con orgoglio mentre il solo é da brividi.
“
Killing machine” é un solido pezzo in up tempo con riffing serrati e un sapore di Us. metal che unito alla grinta dei nostri lo rende ancora più godurioso.
“
Revolution” é una scheggia velocissima di speed/thrash; la band sfodera l’artiglieria pesante con una prova maiuscola.
L’up tempo che prende corpo nel chorus é eccelso, le chitarre graffiano, la batteria é un carro armato col basso in accoppiata, e le vocals del buon
Phil rabbiose ma con melodie azzeccate nel chorus; un grande brano.
L’ultimo brano “
Something to believe” che ha qualcosa di maideniano nell’introduzione con la batteria, é un mid tempo roccioso con un gran bel chorus aperto e un solo ad alta gradazione metal; un brano pieno di pathos emotivo e che chiude alla grande questo album.
Un disco bello nella sua semplicità, immediatezza e spirito; si sente tanta anima e voglia in ogni singolo brano; un risveglio azzeccato che mi fa solo dire una cosa, bentornati
Sacred Reich!
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