Copertina 4

Info

Anno di uscita:2006
Durata:38 min.
Etichetta:Geffen
Distribuzione:Geffen

Tracklist

  1. SAWDUST IN THE BLOOD
  2. AMERICAN WITCH
  3. FOXY FOXY
  4. 17 YEAR LOCUST
  5. THE SCORPION SLEEPS
  6. 100 WAYS
  7. LET IT ALL BLEED
  8. DEATH OF IT ALL
  9. RIDE
  10. THE DEVILS REJECTS
  11. THE LORDS OF SALEM

Line up

  • Rob Zombie: vocals
  • Scott Humphrey: bass, keyboards
  • John 5: guitars
  • Josh Freese: drums

Voto medio utenti

Ed ecco finalmente il nuovo album di Rob Zombie, tanto atteso dal sottoscritto quanto da tutti i fans (sono tanti soprattutto negli Stati Uniti dove il nostro gode di una popolarità mostruosa grazie anche al successo ottenuto in veste di regista dei suoi film psycho-horror). Parto subito annunciando che 'educated horses' è una delusione immane, è una ferita profonda poichè dai preoccupanti presagi avuti già dal precedente album 'the sinister urge' (il quale sembrava realmente confezionato in fretta e furia tra un ciak e l'altro, poco curato persino sotto l'aspetto visivo cosa alla quale il buon Rob ha sempre tenuto in maniera particolare) la situazione non è migliorata, anzi. Ma passiamo a parlare dell'opera in questione, già il singolone 'foxy foxy' mi aveva preoccupato parecchio perchè nonostante sia un pezzo scanzonato e sexy con l'humour di Zombie, mi lasciava parecchio perplesso a causa dei suoni di chitarra e del fatto che non decolla per niente, anzi, rimane ancorato a terra come un sasso monolitico, problema che come vedrete uscirà fuori più volte durante l'arco della recensione, ma pensavo fosse un episodio sporadico, un singolo infelicemente scelto appositamente per scioccare. L'album si apre in maniera egregia con un intro cupo ma atipico per le produzioni Zombie poichè invece di esserci i soliti sampler schizofrenici ritroviamo un piano ad introdurci nel cammino che verrà, la chitarra acustica che si sovrappone mi fà pensare per la prima volta ad una possibile analogia tra Zombie e Marilyn Manson, ma poi vedremo perchè, infatti il pezzo 'american witch' è un pezzone tipicamente zombesco, con l'incedere pesante dovuto alle chitarre corpose e al riff azzeccato, un buonissimo brano per aprire un disco che fà ben presagire, subito dopo ritroviamo il singolo 'foxy foxy' del quale abbiamo già parlato e ogni volta che lo si sente si fà sempre più fatica a non schiacciare il tasto skip, che per un singolo è una delle cose più orribili che possa capitare, ma il dramma arriva subito dopo, infatti il brano successivo '17 year locust' è un polpettone orientaleggiante lentissimo che spacca i maroni all'istante, un riff simil hard rock rallentato, un cantato odioso, la mascella cade pesantemente sulla tastiera del pc quando si passa alla scanzonata 'the scorpion sleeps', scanzonata sì ma molto vicina al ridicolo e qui non ce la faccio più, sono costretto ad architettare le mie congetture, a tessere la mia tela di ragno intorno a questo chitarrista, a questo John 5 chiamato al cospetto del buon Rob in maniera insensata, non è dato sapere se Riggs non andava più bene poichè troppo heavy chitarristicamente parlando per la direzione stilistica che avrebbe dovuto prendere questo disco o se perchè più impegnato con i suoi Scum Of The Earth, fatto stà che l'approccio chitarristico di John 5, portatore di sventura prima con Marilyn Manson, poi a se stesso nel disco solista da bocciare severamente e ora, purtroppo, nei solchi di 'educated horses'. E Blasko? E Tempesta? Tutti inspiegabilmente licenziati. '100 ways' è una nenia strumentale veramente fastidiosa, bisogna attendere 'let it all bleed out' per poter godere di un brano pienamente Rob Zombie, carico di energia e veloce, brano scritto senza dubbio 10 anni fà e rispolverato da qualche cassetto nascosto nella mente dell'artista vista la merda che riesce a propinarci nel 2006, infatti, mentre 'let it...' potrebbe benissimo provenire dalle session di Hellbilly Deluxe (furbescamente ristampato qualche mese fà) la successiva 'death of it all' è un pezzo da colonna sonora con tanto di clap hands, perfetto per chiudere un film di Zombie con i suoi sudici eroi negativi che se ne vanno in dissolvenza sullo sfondo scuro dello schermo macchiato di sangue, ma non perfetto per essere la traccia 8 di un suo disco, le songs che seguono sono purtroppo sulla stessa riga, lontane anni luce da songs entrate a far parte della storia dell'artista come 'dragula' 'meet the creeper' o 'more human than human', pensate che c'è persino spazio per il semi country di 'the devils rejects'....che dire in conclusione? Rob ha abbandonato sia nell'immagine che nella musica il lato dark, il lato estremo, il lato heavy della sua musica, cosa ne è rimasto? Un trip nella sua infatuazione per sonorità bislacche che non portano da nessuna parte se non al definitivo canto del cigno per un musicista che a forza di isolarsi dai buonissimi musicisti che avava intorno, si ritrova da solo a contare i grani di sabbia in spiaggia. Peccato.
Recensione a cura di Dragula

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