Album d'esordio per questa interessante band americana che suona un mix fra grunge, alternative e hard rock e che cerca di presentarsi in modo serioso con liriche per lo più malinconiche e dolorose ( l'album è una specie di omaggio a tutte le persone care che sono morte ) che però non "rattristano" la musica che, lungi dall"essere malinconica, sprizza energia anche grazie a un songwriting ispirato e all'ottima esecuzione.
E non pensiate che il mix stilistico cui sopra sia sinonimo di confusione, al contrario ogni traccia è ben definita e contraddistinta da chitarre incisive, linee dì basso pulsanti e distorte che spesso fungono da intro e melodie che seppur orecchiabili ( "
Now Or Never" ) non sono mai banali.
La titletrack ha un riff veloce e vivace ed è uno dei pezzi migliori, mentre più pesanti e oscure risultano "
Finally Free" dal grande solo-bridge centrale e la bellissima "
Pain" perfetto mix fra i Kiss di "
Carnival Of Souls" e gli Alice In Chains!
"
Gravedigger", introdotta da una linea di basso lenta, acquista subito potenza grazie all'attacco della chitarra qui tipicamente hard rock, "
Insanity" gioca su ritmiche sincopate tipicamente alla Korn con riff di chitarra duri e incisivi, mentre è ancora il basso ad aprire "
Overflow" che richiama i migliori Soungarden soprattutto nel cantato e che ci offre i chitarristi in stato di grazia.
La metallica "
Counterfeit" è un mid tempo potente e dall'andamento quasi ipnotico delle chitarre ( grande prova quella dei chitarristi su tutto l'album ), chiude il lavoro la dura "
No More" con un riff schiacciasassi fra nu metal alla Disturbed e classic metal, il tutto sorretto da vocals, chorus e solo micidiali.
Niente da dire, l'esordio della band del Kansas è dirompente, tenetevi in mentre il loro nome, ne sentiremo parlare ancora.
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