Il Power Metal ha dei precisi stilemi, che sono: melodia, velocità, orecchiabilità, tecnica, volendo potere evocativo, ballate struggenti ma energiche e in generale tematiche allegre (
Stratovarius esclusi). Se prendiamo questi elementi e li estremizziamo cosa succede? Succedono i
Dragonforce; o almeno loro stessi si definiscono “
Extreme Power Metal”, come del resto hanno intitolato questo nuovo disco.
L’ondata
Stranger Things-neon-ritorno degli 8 bit-musica anni ‘80 nel mainstream-waporwave e anni ottanta in generale non ha lasciato indenni i
Dragonforce.
Anche solo dalla copertina, macchine volanti, chitarre-blaster al neon, fuga da un’esplosione, i colori del logo e le griglie rosacee sullo sfondo (piccolo inciso, la rappresentazione fumettistica di
Herman Li è veramente uguale alle peggiori facce “da assolo” di
Jimmy Page). Tutto richiama l’iconografia e la cultura pop ottantiana.
Il video promozionale di “
Heart Demolition”, tra polaroid, primi videogiochi Sega, il tipo di televisione, insomma, guardare per credere, è la prova lampante di queste ispirazioni.
Herman Li non smette mai né di dimostrare il suo potere da funambolico “
shredder” né di ricordarci le sue origini asiatiche: questo è il caso di “
Last Dragonborn”, inno alle tradizioni cinesi e a varie leggende riguardanti la mitologia asiatica. La canzone è un crescendo, inizia lenta e maestosa, poi quasi marziale, sbocciando poi in epico ritornello, da incidere su pergamene millenarie, pregne di saggezza e filosofia allegorica/metaforica cinese.
Alla fine “
Last Dragonborn” è un midtempo, aperto e chiuso da strumenti e suoni tipici.
“
Extreme Power Metal” si conclude con “
Remembrance Day”, canzone dedicata a l’omonimo giorno in cui si ricordano i caduti inglesi nel primo conflitto mondiale, celebrato nel giorno in cui nel 1918 si è concluso, l’11 novembre. La canzone parla del guerriero moderno, con un’accezione epico-gloriosa, conoscendo la storia personalmente non mi sembra il modo più giusto di parlare dell’argomento, ma non è questa la sede di parlare delle mie idee pacifiste, qui si parla di musica.
“
Remembrance Day” sboccia in un ritornello melodico, forse anche troppo, ma rende bene l’idea del ”ci vedremo tutti in paradiso e ci divertiremo un sacco, però prima bisogna guadagnarselo”
Se avete apprezzato anche i precedenti dischi sappiate che: si è diverso da “
Reaching Into Infinity”, principalmente nel modo di scrivere e concepire i brani, ma sicuramente è una evoluzione, non involuzione; di estremo c’è solo la (ahimè) consueta esagerazione tecnica di
Li e il richiamo agli anni ottanta, poi è non è che ci siano tanti elementi da poterlo definire “power metal estremo”. Nonostante ciò è un disco che mi sento comunque di consigliare.