Copertina 7

Info

Anno di uscita:2019
Durata:45 min.
Etichetta:High Roller Records

Tracklist

  1. THE OPEN ARMS, THE OPEN WOUNDS
  2. THE CRIMSON FORTRESS
  3. THE SPELL OF CONCEALMENT
  4. FALLEN ALPHAS AND THE RISING OMEGA

Line up

  • Claudio Botarro Neira: bass
  • Julio Bórquez: guitars (lead)
  • Felipe Plaza Kutzbach: vocals
  • Francisco Aguirre: drums
  • Igor Leiva: guitars (rhythm)

Voto medio utenti

Sicuramente i più maliziosi di voi avranno già tradotto letteralmente il nome di questa band cilena e magari si staranno immaginando un film con protagonista quello sventrapapere Ron Jeremy... Calma, torniamo alla realtà, il nome significa "camera ardente". Tutt'altra cosa.

I Capilla Ardiente sono dei doomster di Santiago e questo The Siege è il loro secondo lavoro, un buon lavoro. Mentirei e vi prenderei in giro se vi parlassi di originalità o prestazioni straordinarie rispetto alla loro proposta; siamo in realtà si territori ben battuti e conosciuti. E meno male.
I Capilla Ardiente suonano un doom (un vero doom) che deve molto ai maestri e Solitude Aeternus ed ha diversi punti in comune con i conterranei (ed ottimi) Procession, a cui aggiungono un tocco epico, un pizzico di heavy horror à là Re Diamante. Grazie a queste piccole dosi diluite di metal più "accessibile", l'ascoltatore non viene schiacciato dalla durata delle composizioni (tutte oltre i dieci minuti) e la musica della band scorre efficacemente, in modo sempre interessante, pur non raggiungendo picchi che facciano alzare dalla poltrona ed indossare il saio per convertire i miscredenti.

I punti di forza di The Siege sono una grande concretezza di fondo, un vero amore per il doom, saper sfruttare a dovere la carismatica voce di Felipe, un'ottima presenza del basso e una tangibile sapienza chitarristico/compositiva. Questi sono i mezzi principali che utilizzano per farsi portavoce della musica del destino, ponendosi in modo autorevole ed assolutamente credibile a livello internazionale pur provenendo da una realtà -sicuramente affascinante ma altrettanto certamente di nicchia- come quella cilena. Anche la produzione contribuisce alla buona riuscita del disco, risultando profonda, rotonda e con ogni strumento molto ben udibile.
 
Se fossi in voi un ascolto glielo darei, la qualità non manca di certo. Non posso dire che i Capilla Ardiente siano per me imprescindibili o che con questo disco abbiano sfornato un masterpiece degno di nota, ma 45 minuti di buon doom ce li forniscono sicuramente.
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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