ROCKING 'TILL DEATH...
Il 2005 è sicuramente stato un anno positivo per gli Astral Doors, caratterizzato da un ottimo album quale "Evil is Forever" e da un tour di supporto ai Grave Digger. Eppure il 2006 sembra promettere ancora meglio per il gruppo svedese: il nuovo album "Astralism" ha superato ogni aspettativa e per quanto riguarda l'aspetto live, gli Astral Doors dopo l’estate saranno in tour con i Blind Guardian.
"Astralism" conferma quanto già detto di buono su Nils Patrik Johansson (in grado di raccogliere l'eredità di Ronnie James Dio e Tony Martin), una voce e una capacità interpretativa eccezionale inoltre, rispetto ai due precedenti lavori (il debutto "Of the Son and the Father" ed il già citato "Evil is Forever"), mette in evidenza come il resto del gruppo non sia rimasto al palo e sia cresciuto al fianco del cantante. Le chitarre si sono fatte più heavy ed incisive, grazie magari anche al lavoro del "solito" Peter Tägtgren, ed è più evidente la prova intrigante e precisa di Jockim Roberg. Infatti, è la tastiera, o più spesso un Hammond dalla resa tipicamente seventies suonato da Roberg, a contrassegnare molte delle canzoni presenti sul disco.
Il songwriting e la capacità negli arrangiamenti degli Astral Doors emergono poi con tutta la loro prepotenza sull'epica e trascinante "Tears from a Titan" e sull'altrettanto devastante "Vendetta", a parer mio le migliori canzoni del disco, sopratutto per quegli intrecci vocali di assoluto rilievo.
Ma non si tratta di un caso, la prestazione complessiva è eccellente, con gli svedesi che toppano solamente nel refrain troppo di maniera e scontato presente su “Israel". Da applausi invece tutte le altre canzoni: dalle veloci ed impetuose "EVP" e "Fire in Our House" (dal vivo spaccheranno di sicuro!!) sino alle più rocciose "Black Rain" (con il suo bell’arpeggio iniziale e l'assolo presente nella seconda parte) e "Raiders Of The Ark", quest’ultima già inclusa sull'omonimo MCD uscito poco tempo fa. "In Rock We Trust" è il pezzo che richiama maggiormente al R.J. Dio solista, mentre lo spirito dei Black Sabbath aleggia insistitamente sulla già citata "Tears from a Titan" (direi quello di "Heaven and Hell") e su "The Green Mile" o "Apocalypse Revealed" (qui tra "Headless Cross" e "Tyr").
Un disco di vecchio e sano Metal & Hard Rock suonato con energia e freschezza, elementi che ormai molte …ehm, “cariatidi” sopperiscono con l'esperienza ed il "nome", ma che gli Astral Doors ti sbattono in faccia, senza starci a girare troppo attorno.
…THE ROCK RULES
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