Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:53 min.
Etichetta:Lifeforce Records

Tracklist

  1. YLLE KAARTUVAT
  2. TOINEN
  3. SYVYYDET
  4. SYDäNTALVEN PUUT
  5. MAA MARTONA MAKAA
  6. AALLOISTA
  7. VIRVATULET
  8. TYHJYYS ON TYYNI
  9. SATEET
  10. KAUAS

Line up

  • Niilo Könönen: bass
  • Arttu Järvisalo: guitars
  • Henri Lammintausta: guitars
  • Vesa Salovaara: vocals
  • Mikael Vanninen. drums
  • Saku Myyryläinen. keyboards

Voto medio utenti

Questi finnici, giunti al terzo album, mi hanno piacevolmente stupito, perché propongono un metal estremo dalle tinte malinconiche e venate di prog.
Sarà il clima freddo, sarà l’animo degli scandinavi in generale, ma solo loro, sanno descrivere la malinconia e il senso rabbioso di impotenza davanti al fato così bene.
Dopo l’apertura orchestrale della strumentale “Ylle kaartuvat”, composizione che ha un che di epico e magniloquente.
il secondo brano “Toinen”, ha un'apertura arrembante con produzione bombastica e batteria in questo up tempo tellurico e ferocemente melanconico.
I riffing aperti danno un senso triste e rabbioso, con variazioni di tempo più cadenzate e le tastiere che punteggiano il tutto.
Lo scream, aggressivo, feroce, pieno non é monocorde; questo é una marcia in più nell’economia del disco in generale.
syvyydet”, é un mid tempo con riff in tremolo e partiture orchestrali folk, ma con quel “blues” tipico del nord.
Brano, che ha un che di prog nelle parti di tastiera, il cantato pulito iniziale viene sovrastato dallo screaming e growl con una melodia triste di fondo.
Questo dualismo rende bene il pathos che i finlandesi vogliono comunicare, facendo parlare la loro musica.
“Alloista”, é un brano cadenzato, punteggiato da chitarre pulite e tastiere, brano malinconico, che sembra avere qualcosa dei Sentenced.
Lo screaming é alto e rabbioso, come una belva ferita dal fato crudele; belli i contrappunti shoegaze con inserti acustici delle chitarre e voce pulita; in coda il brano accellera ferocemente fino alla conclusione.
tyhjyys on tyyni”, é un brano tellurico, con ancora quel senso crepuscolare e freddo della melodia generata dalle tastiere, strumento principe e le chitarre irrobustiscono il tutto.
Lo screaming sembra uno strumento al servizio del brano, marcia cadenzata con sapiente uso dei cambi di tempo e doppia cassa con anche voci pulite al suo interno.
Disco che potrebbe far storcere il naso a molti, perché la band canta in lingua madre, ma rende bene questo clima di tristezza, melanconia rabbiosa e orgoglio; un album da avere senza riserve da gustarsi durante le piogge autunnali.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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