Nella nostra gloriosa redazione l'assegnazione dei promo avviene in maniera assolutamente democratica, soprattutto in base alle richieste dei redattori ed alle loro inclinazioni e preferenze (sempre che il Grande Capo Graz non abusi del suo potere). Ovviamente vi sono delle eccezioni ovvero vi sono band che non vengono nemmeno messe "all'asta" per così dire: i Dødheimsgard sono di Dope senza discussioni, i Keldian al Graz, gli Iron Maide a Cafo e via dicendo.
Nel mio caso questo gruppo sono gli
Insomniumed infatti "
Heart Like a Grave" (
Century Media Records), ottava fatica sulla lunga distanza per il combo di Joensuu, mi è giunto "di diritto".
La band di
Niilo Sevänen occupa un posto privilegiato nel mio cuore sin dagli esordi, da quel "
In the halls of awakening" del 2002, e non ha mai tradito la mia passione: attenzione, non si tratta di "fanboy-ismo" ma di autentica ammirazione per un gruppo incapace di fallire un disco, di sbagliare un singolo pezzo, di tradire anche solo nelle intenzioni lo spirito che incarna da oltre 20 anni.
Molto probabilmente questa aura di infallibilità ed il rispetto che ne consegue deriva da un fatto assai raro nell'industria discografica moderna: gli
Insomnium sono ancora (e la stabilità della loro lineup lo testimonia) quel gruppo di amici che nel cuore gelido della Finlandia ha iniziato a comporre death metal melodico e malinconico.
Con "
Winter's Gate" i nostri hanno chiuso idealmente la prima parte della loro carriera, componendo un concept album nero, oscuro e profondamente disperato.
"
Heart Like a Grave" è una ripartenza, un nuovo ciclo che inizia, un percorso che sarà sicuramente arricchito dall'inserimento in pianta stabile nella formazione di
Jani Liimatainen (
Cain's Offering, The Dark Element) per ovviare alle defezioni (dovute all'impegno crescente come docente alla York University) di
Ville Friman in sede di tour.
Ho parlato di nuovo ciclo non a caso: dopo l'ultimo disco, in cui gli
Insomnium avevano abbandonato la forma-canzone standard adottata in tutta la loro carriera, nel nuovo album abbiamo un ritorno a ciò che i fan hanno imparato ad amare nei precedenti 6 dischi.
Ascoltando con attenzione i brani possiamo cogliere in ciascuno un rimando a sonorità dei vecchi lavori: "
Wail of the North", grazie a passaggi di piano, tessiture di chitarra ed inserti vocali rarefatti richiama "
In the halls of awakening", "
Neverlast", il cui incedere aggressivo e roccioso è interrotto da un ritornello più riflessivo, altro non è che un omaggio ad "
Above the Weeping World".
E "
Mute is my sorrow" non sorprenderebbe tra i solchi di "
Shadows of the Dying Sun", brano reso meraviglioso dalle tre asce che gareggiano nel ricamare riff e soli da brividi.
Il proseguire su questa analisi è dunque un puro esercizio di stile, è chiaro (almeno alle mie orecchie ed al mio cuore) l'intento del quintetto; non manca nel disco anche un omaggio alla loro terra, la strumentale "
Karelia", il brano che chiude gli oltre 60 minuti del full length.
Consentitemi un ultimo pensiero per quello che considero il miglior pezzo del lotto, la canzone che la band ha pubblicato come terzo singolo estratto: "
Pale Morning Star".
In nove minuti (si tratta di uno dei brani più lunghi mai scritti dagli
Insomnium) c'è la summa della loro musica: violente aggressioni black con chitarre spianate in tremolo picking spietato avvolte e sublimate da rallentamenti melodici, duetti harsh/clean vocals e liriche disperate e sognanti.
"
Cries while handbanging": non credo esista una definizione migliore di questo commento ad un loro pezzo su Youtube per esprimere ciò che la musica degli
Insomnium fa vibrare nel profondo della mia anima.
"
Heart Like A Grave" segna un nuovo capolavoro della band finnica: l'ennesimo di una carriera immacolata.
Irraggiungibili.
Per chiunque.
"..
.for you left before me
my pale morning star
now you walk in undying light
and I'm still chained in this rimed soil..."
Insomnium - "
Pale Morning Star"
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