Copertina 7

Info

Anno di uscita:2019
Durata:32 min.
Etichetta:Argonauta Records

Tracklist

  1. HUMAN EXTINCTION
  2. PLAGUE THE NIGHT
  3. I AM EVERYWHERE
  4. WILL TO DESTROY
  5. FOR THE GLORY OF THE GRAVE
  6. DESENSITIZED
  7. SEVERED WAYS
  8. EDGE OF THE ABYSS

Line up

  • Nathan Opposition Jochum: vocals
  • Michael Opposition Jochum: guitar
  • Justin Mason: guitar

Voto medio utenti

Gli Ancient VVisdom si sono formati ad Austin, Texas, nel 2009 per iniziativa dei fratelli Nathan e Michael Jochum, ma successivamente hanno trasferito la loro base operativa a Cleveland, in Ohio. Nel 2010 hanno ottenuto una certa visibilità grazie ad uno split-ep realizzato nientemeno che con Charles Manson, il famigerato criminale dello Spahn Ranch ("Inner earth inferno", Withdrawal Records). Dopo altri lavori, sono approdati all'etichetta nostrana Argonauta Records, con la quale hanno pubblicato l'album "33" (2017) ed ora il nuovo "Mundus".
Lo stile della band statunitense coniuga elementi occult-rock, doom e gothic, in una forma che privilegia più l'aspetto estetico che l'impatto aggressivo, più l'atmosfera decadente ed oscura che l'energia heavy. Brani elettrici cadenzati e forniti di un certo sinistro fascino melodico, si alternano ad episodi acustici che ricordano fortemente la mestizia e lo sconforto dei Type 0 Negative. Anche la voce, profonda e baritonale, di Nathan Opposition ricorda in molti frangenti quella del compianto Peter Steel, ad esempio nelle eleganti dark-ballad "Plague the night", "Will to destroy" o la luttuosa "Edge of the abyss" ("...life wasn't meant to be angels singing death to me..."). Gli episodi più robusti, come l'iniziale "Human extinction" e l'orecchiabile "I am everywhere" (sullo stile dei Ghost), sono classiche doom-tracks dal groove discreto, in equilibrio tra rock e metal, tra Danzig e Pagan Altar, Pale Divine, Pallbearer, ecc, con l'immancabile atmosfera sabbathiana alimentata da liriche che parlano di morte, depressione, alessitimia emotiva, estinzione umana, tombe e così via.
L'episodio più brillante del disco è rappresentato dai sette minuti di "For the glory of the grave", metallica e solenne, melodica e sofferta, con forte influenza horror-rock.

Lavoro discreto ma non eccezionale, a mio avviso un pò troppo derivativo anche se ben costruito. Lo consiglio solo se amate la forte commistione tra doom e gothic rock.

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