Copertina 7

Info

Anno di uscita:2019
Durata:70 min.
Etichetta:High Roller Records

Tracklist

  1. REMNANTS OF THE OLD
  2. INTO DESOLATE REALMS
  3. THE OPENING OF DEAD GATES
  4. SORCERESS REBURNED
  5. DECAY TO NOTHING
  6. IN THE SIGN OF THE DRAGON STAR
  7. NECROMANCER OF THE RED SUN
  8. AFTER THE SEPULCHRAL LAVA
  9. REQUIEM BEYOND THE STARS
  10. WOLVES OF NOCTURNAL LIGHT
  11. ASH AND SILENCE

Line up

  • Nicklas "Terror" Rudolfsson: vocals, guitars
  • Jonas Blom: guitars
  • Emma Rudolfsson: bass
  • Daniel Moilanen: drums

Voto medio utenti

Da non crederci.

Sono davvero contento, i dischi dei Runemagick praticamente segnano lo scorrere della mia vita, dal lontano "The Supreme Force of Eternity" del 1998 che recensii su Metal Shock, quando la band di Terror alias Nicklas Rudolfsson era dedito ad un death metal primordiale ma assai efficace.

Caro Nicklas, insieme "se semo fatti vecchi", sono passati 22 anni: io scrivo ancora di musica e tu scrivi ancora di dischi e la cosa mi rallegra. I Runemagick sono diventati una band death doom, solenne e sulfurea, quasi sempre su buoni livelli (a volte quasi ottimi come nel caso di "Invocation of Magick", a volte insufficienti come per "Envenom" del 2005), introdotti oggi dall'epica e splendida copertina del nostro Paolo Girardi.

La novità principale della band svedese è che dopo quasi 20 anni sono tornati ad essere un quartetto, con l'aggiunta alla seconda chitarra di Jonas Blom, che nel sopracitato debutto "The Supreme Force of Eternity" suonava...la batteria.
Musicalmente la cosa non ha influito sinceramente parlando, si viaggia sempre su monumentali e pachidermici mid-tempos che talvolta sfiorano lo sludge ma che nonostante le lunghe durate ed il minutaggio estremo (si superano i 70 minuti) non sfociano mai nella noia e nella volontà di skippare, anche perchè così facendo ci ritroveremo in ogni caso in un brano dalle medesime coordinate sonore.

Sempre profondo e convincente il growl di Rudolfsson, sempre fondamentale l'ottimo drumming di Daniel Moilanen, da una vita con i Runemagick e da quattro anni anche con i ben più famosi Katatonia, e sempre funzionale il basso della bella Emma Karlsson, da qualche tempo anche sig.ra Terror.

Un disco solido, roccioso, concreto e riuscito, senza dubbio notevole per gli amanti dello slow motion death metal, evocativo e sofferente: ormai a forza di provare e riprovare, come nell'Accademia del Cimento, i Runemagick sono diventati dei veri maestri in questo.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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