Non c'è niente da fare, quando ne hai, ne hai. E i
Vanden Plas ne hanno, sin dall'inizio. Quante band si possono permettere il lusso di essere in giro da 25 anni, sempre con la stessa line-up, senza aver (quasi) mai sbagliato un disco? Eppure, il
Mercatone Uno del metal moderno li vuole relegati al secondo piano dello scaffale, sebbene in Germania continuino (giustamente) a fare sfracelli.
Ed eccoci quindi con il nuovissimo "
The Ghost Xperiment - Awakening", primo capitolo di un concept in due parti che svilupperà la storia (a quanto pare basata su fatti veri) di un uomo che riusciva a comunicare con l'aldilà, vedendo i defunti a lui cari come fantasmi... La storia ebbe l'ovvia eco mediatica in passato, ed è da quella vicenda che si muove questo, diciamolo subito,
bellissimo album.
Sei tracce, dai 5 ai 9 minuti e mezza, ognuna raccontante un pezzo di questa strana storia con una classe, una tale attenzione al suono d'insieme, un enorme menefreghismo verso il dover dimostrare a chicchessia che razza di musicisti siano i Vanden Plas che, se avessi un cappello, me lo toglierei.
Non saprei davvero quale pezzo consigliarvi, a maggior ragione vista la struttura concept del tutto, ma pezzi come la title track o il mini capolavoro prog "
Devil's Poetry" lasciano davvero ben sperare tutti quelli che, come il sottoscritto, ai piripiri preferiscono la sostanza, la ricerca sonora, la potenza sposata con la perizia, nessuna delle quali tuttavia fine a se stessa; qui siamo su territori tipicamente Vanden Plas, un pò Fates Warning, un pò Kamelot, un pò Evergrey, un pò... Vanden Plas. Ed è tutto un dire.
Disco interamente promosso, dalla splendida copertina giù giù fino all'ultima nota, e bentornati a Kuntz e soci, che di album così ce n'è un disperato bisogno.
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