Copertina 9

Info

Anno di uscita:2006
Durata:46 min.
Etichetta:Tabu
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ENTROPER
  2. PATH TO VANIR
  3. FUSION OF SENSE AND EARTH
  4. RUUN
  5. TIDES OF CHAOS
  6. ESSENCE
  7. API-VAT
  8. HEIR TO THE COSMIC SEED

Line up

  • Grutle Kjellson: vocals, bass
  • Arve Isdal: guitars
  • Herbrand Larsen: vocals, keyboards
  • Cato Bekkevold: drums
  • Ivar Bjornson: guitars

Voto medio utenti

"Ruun" apre nuovamente la discussione su come possa essere inteso il concetto di "progressivo". Può essere considerato tale un gruppo che partito agli esordi con un viking metal fiero ed epico, ha successivamente integrato nella propria musica riferimenti al rock settantiano senza rinnegare la propria matrice più estrema ancora legata al black? A mio modestissimo parere si: se intendiamo la parola in senso di progressione l'evoluzione è stata nettissima e ha coinciso anche con un grande periodo di ispirazione da parte di Grutle Kjellsson e soci, che ha permesso loro di confermarsi leader con tre album di altissimo spessore artistico. Ancora freschi di Norwegian Grammy Award per il precedente capolavoro "Isa", i nostri cinque guerrieri tornano sulla scena con questo nuovo "Ruun" che segue le orme del predecessore continuando a cementare una formula che si può ormai definire perfetta. In particolare è il lavoro chitarristico a lasciare continuamente a bocca aperta, per le bellissime dissonanze che lasciano spazio a improvvise aperture, squarci dove riff più rockeggianti vengono reinterpretati con la pesantezza tipica del metal e un'adeguata dose di groove. C'è spazio anche per la melodia, in lunghe divagazioni strumentali dove il songwriting degli Enslaved è lasciato libero di esprimersi senza freni, e dove il ferale screaming di Grutle lascia spazio a malinconici interventi di voce pulita che come nei precedenti episodi riportano alla mente i Katatonia. E' tutto così curato, così tirato a lucido, che è difficile trovare una sola sbavatura... anzi, impossibile, visto l'ottimo lavoro della sezione ritmica sempre a suo agio anche nei momenti più dinamici e imprevedibili. Ci sono così tanti livelli di complessità nella musica degli Enslaved da renderne impossibile una descrizione accurata e dettagliata: l'unico modo per entrare nel loro magico mondo bizzarro è lasciarsi catturare e trascinare dalla musica, così intensa che vi lascerà letteralmente senza fiato. Come "Isa", più di "Isa".
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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