Ci sono dischi che ti "prendono" subito, che ti entrano sottopelle e per i quali non hai bisogno di ripetuti ascolti per apprezzarne il valore o per capire se la prima impressione avuta "è quella che conta".
Dischi per i quali ogni successivo passaggio nel lettore non è altro che un piacere, avendo già chiara la valutazione complessiva.
"
Riven", il secondo disco dei finlandesi
Shadecrown (edito come il debut "
Agonia" dalla
Inverse Records), appartiene a questo macrocosmo in continua espansione: dal suo approdo tra le mie mani ho perso il conto delle volte in cui le sue note hanno riempito le mie mattinate da pendolare in auto. Sempre confermando il primo -eccellente- impatto avuto sui miei padiglioni auricolari.
Il suono del sestetto di Viitasaari si è fatto più definito, più personale rispetto agli esordi in cui thrash, death, doom ed heavy di stampo classico rendevano le buone intuizioni vagamente anonime. Oggi gli
Shadecrown percorrono la propria strada nel vasto universo del death/doom melodico di stampo nordeuropeo con passo sicuro, forti di una preparazione tecnica e di un gusto (tipicamente finnico, si avverte chiaramente in ogni brano) di prim'ordine.
Cos'ha di particolare "
Riven"?
Niente.
E tutto.
Le soluzioni dei nostri ovviamente non sono innovative ma traggono linfa ed ispirazione dal passato e dalle realtà contemporane più interessanti; ritroveremo quindi citazioni di
Amorphis e
Paradise Lost ma anche di
Nailed to Obscurity,
Aetherian e
Dècembre Noir.
Gli otto brani che compongono il disco scorrono fluidi, tra tappeti di tastiere - importanti ma mai invadenti o eccessive- dialoghi suadenti e malinconici tra le due asce
Vesamäki/Tikka a volte taglienti, a volte delicati ed introspettivi.
Interessante anche l'evoluzione avuta dalle parti vocali: il growling soffuso e profondo di
Jari "Jarska" Hokka si prende decisamente la scena lasciando solamente alcune "pennellate" alle clean vocals di
Janne Salmelin.
Come mio costume non amo l'analisi canzone per canzone (ritengo che sia più importante il quadro generale) per cui mi limiterò a segnalare i due brani che trovo più rappresentativi del disco: "
Lifelong Dying" per le sue continue variazioni di ritmo e colore e la nostalgica e sognante "
Incomplete".
"
Riven" è tutto qui: un gran bel disco da ascoltare e riascoltare ogni volta con grande piacere.
Al prossimo incontro
Shadecrown!
Shadecrown - "
Incomplete"
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