Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:60 min.
Etichetta:Mindbase
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. BIND, TORTURE, KILL
  2. BLEED FOR US ALL
  3. CONSPIRACY WITH THE DEVIL
  4. MENSCHENFRESSER (EAT ME)
  5. DEAD MARCH
  6. MASSAKER
  7. TORMENT ME
  8. GODSEND (DECEASED PART II)
  9. WE ARE THE SINNERS
  10. F*** YOU BITCH
  11. RADER

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Spesso mi trovo a difendere la mia (pur limitata) passione per l'EBM dalle accuse di non essere altro che dance, semplicemente più dura nelle sonorità e più curata dal punto di vista concettuale. In effetti questa argomentazione è spesso incontrovertibile, visto che in ogni album del genere - anche quelli ritenuti a pieno diritto capolavori - si trovano regolarmente più pezzi dediti a ritmi sostenuti e a melodie di più facile assimilazione. Pezzi da discoteca o da palestra, direbbe qualcuno. Con i giusti distinguo, aggiungo io. E' vero che per i non addetti del genere la differenza potrebbe essere risibile, ma in realtà c'è e si sente. La cura negli arrangiamenti con cui ad esempio Johan Van Roy confeziona ogni lavoro dei suoi Suicide Commando è evidente in ogni release, e "Bind, Torture, Kill" non ne fa eccezione. Il concept questa volta è dedicato a un efferato serial killer statunitense che rapiva giovani donne per torturarle e infine ucciderle. Stendiamo un velo pietoso sui testi, degni della peggiore band grind. Concentriamoci invece sulla musica: aggressiva, crudele, martellante; questa volta i Suicide Commando sono diretti come un pugno in pieno volto e il risultato è molto più pesante rispetto alle precedenti release. Ma in ogni caso non si supera mai il limite che consentirà a tutti i pezzi di "Bind, Torture, Kill" di trovare il loro posto sulle dance floor di tutta Europa. Detto così sembrerebbe un giudizio impietoso, e in effetti non trovo grandissimo interesse in capitoli come "Conspiracy With The Devil", che superato l'impatto iniziale perdono tutta la loro carica che non sia esclusivamente quella di pezzo ballabile. Molto più gradevoli i pezzi più ragionati come la funebre "Dead March", che mostra senza veli il lato più maligno di questo combo belga. Devo dire che purtroppo l'album dopo pochi ascolti mi aveva già fatto perdere l'entusiasmo iniziale, e questa non è una buona notizia per i fan storici della band. Che sia il caso di iniziare a cambiare qualcosa di consistente nella formula?
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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