Copertina 8

Info

Anno di uscita:2006
Durata:44 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. NEW KINGDOM
  2. THE UNHOLY ONE
  3. WORDS OF SILENCE
  4. TAKE ME DOWN
  5. FALLEN WORLD
  6. WALK ON TO THE DAYLIGHT
  7. CANDLE OF HOPE THROUGH A NIGHT OF FEARS
  8. DEAR DEAD BRIDE

Line up

  • Charly Sahona: guitars
  • Diego Rapacchietti: drums
  • Thomas Jates: bass
  • Kevin Codfert: keyboards
  • Lydie Robin: vocals
  • Marc Ferreira: vocals

Voto medio utenti

Preceduto da commenti più che positivi sul forum di Mike Portnoy e dichiarazioni come "The new era and the future of progressive metal", ecco arrivare il debut cd dei francesi Venturia, band che prova a ritagliarsi uno spazio personale grazie alla combinazione di elementi di prog metal tecnico-sinfonico e pop dalle melodie orecchiabili, due generi uniti principalmente dall'armonia che si crea tra il cantato energico e versatile del singer americano Marc Ferreira e quello più intenso e sensibile della vocalist Lydie Robin che dà un grosso contributo all'arricchimento delle linee vocali. Il paragone con i ben più esperti A.C.T. ed il pop anni 80 (A-HA, ma anche Mr Mister) è chiaramente riscontrabile in "Take me down", così come quello con gli irlandesi Coors nella semiacustica leggera e commerciale "Walk on to the daylight", mentre "Word of silence" nella sua complessa struttura si alterna tra atmosfere orientali-meditative, heavy riffs e refrains orecchiabili su cui poggia il cantato del duo Ferreira-Robin, ma i risultati migliori arrivano con "The unholy one" (unico brano cantato solo da Ferreira e ispirato alla trilogia de "Il presagio"), dove un feeling dark atmosferico lascia il posto al potente heavy prog in cui trovano posto strati di synths e concitati quanto brevi cambi di tempo. Non manca neanche il pezzo strumentale ("Candle of hope") che racchiude il meglio del prog classicheggiante e contemporaneo tra divagazioni al pianoforte, echi di Shadow Gallery, retaggi di virtuosismi alla Jordan Rudess (il tastierista Kevin Codfert proviene dai progsters francesi Adagio ed è presente solo in veste di guest artist), guitar solos ispirati a Gary Moore e Petrucci che si alternano al lavoro di piano e tastiere, il tutto fa da preludio alla conclusiva "Dear dead bride", mini rock opera condensata in 8 minuti nei quali è bandito ogni tipo di refrain e smanceria commerciale ma sono permessi solo cambi di tempo e accelerazioni improvvise a volontà (ancora Shadow Gallery e Dream Theater), pomposità tragico-orchestrali che intervengono a spezzare le brevi dolci atmosfere, virtuosismi di ogni sorta ed un guitar solo degno del miglior Petrucci.

Disco completo e pieno di sorprese non facile da assimilare e giudicare con pochi ascolti, tecnicismo bilanciato perfettamente da uno spiccato e personale senso della melodia, è già un must imperdibile per i fans di A.C.T. e Shadow Gallery ma può fare proseliti anche nel circuito AOR.
Are you ready for the new kingdom ?
Recensione a cura di Carlo Viano

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.