Copertina 8

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2019
Durata:41 min.
Etichetta:Subsound Records

Tracklist

  1. LIMINA
  2. ASTOR
  3. IPNONAUTA
  4. CHARADE
  5. TITANISMO
  6. ARACNIVAL
  7. ORBITALIA

Line up

  • Andrea Carletti: electric and acoustic guitars, sitar, samples
  • Roberto Cippitelli: bass, glockenspiel, vibraslap, synth
  • Matteo D'Amicis: drums, ATV aFrame, egg and soft shaker, tambourine, tabla, senasel, trash can
  • Luigi Farina: electric, acoustic and classical guitars, synth

Voto medio utenti

Immaginatevi di essere dei baristi e di dover servire un cocktail unico mixando abilmente gusti conosciuti.
Bene, questi musicisti nostrani servono un cocktail musicale caldo, potente e insieme avvolgente dal fascino retrò.
Questi romani sono veramente bravi, mi hanno affascinato e credetemi, che hanno carte da vendere.
Voglio vedere che non rimarrà stupito dalla calma prima della tempesta dell’opener “Limina”, una composizione che parte quasi in sordina con pochi tocchi di chitarra per poi deviare in direzione di un brano jazz/prog con risvolti sixties, e non è finita qui, perché sul finire aumenta di gradazione e potenza heavy con un basso in primo piano.
Astor” parte convulsamente, le contorsioni heavy/prog dei romani ricordano certe cose dei primi Mastodon.
Il brano devia verso il progressive puro, con dei ritmi affascinanti che sono sul confine psych settantiano; sembra una colonna sonora di un film di genere italiano dell’epoca, con quel basso in primo piano e la chitarra dalle plettrate veloci in comunione ritmica con la batteria.
Sul finale si ritorna da capo a piedi con la chitarra che delinea riffing possenti.
Charade” ha quel senso di disorientamento con i synth che fanno capolino mentre la sezione ritmica ticchetta ritmicamente una melodia acid/prog che avrebbe fatto felice il buon Stelvio Massi.
Anche qui il sapore 60/70 è gustoso con le melodie di chitarra e i tocchi di tastiera che sono puro fascino, difficile resistere alla band nostrana.
In questo caso l’irruenza finale della band si mixa perfettamente al climax della song.
Arcnival”, ha qualcosa di gobliniano con quell’andirivieni di basso e batteria; notate la finezza dell’anagramma del titolo.
Il tema è percussivo ed heavy/prog, i riffing sono onde distorte con interventi arpeggiati di chitarra e basso che delineano il ritmo.
Le percussioni e la potenza nell’intermezzo è dinamica e intrisa di riff acidi superheavy, non sentitevi storditi, perché il collettivo romano sa immettere fluidità alla musica piena di vibrazione e calda.
Un vero capolavoro in musica credetemi, i brani sono tutti strumentali e sono godibilissimi; i musicisti sanno mischiare con perizia tecnica ed emozione diverse sfaccettature in un album unico, bravi!
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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