Questa è la terza riedizione del capolavoro dei
Pagan Altar, dopo quella della Oracle (2006) e della Cruz del Sur (2013) da me recensita al tempo per questo portale. Adesso è la
Temple of Mystery a ripubblicare il lavoro, i cui brani sono comunque stati ideati nel periodo tra la fine degli anni '70 e la metà degli '80.
Che dire che non sia già stato detto su questo album? "Black Sabbath meets Jethro Tull meets NWOBHM". Doom rock e pagan folk, misticismo celtico e dinamismo hard rock, strepitose armonie chitarristiche ed atmosfere uggiose che evocano cimiteri nebbiosi e tetri boschi pieni di creature inquietanti. Semplicemente magia occulta trasformata in musica.
Purtroppo
Terry Jones, cantante e fondatore del gruppo britannico nel lontano 1976, ci ha lasciato alcuni anni fa e non potremo più godere del suo canto evocativo, a metà strada tra Ozzy Osbourne e Ian Anderson, che ha reso inconfondibile la proposta di questa band. Il figlio e chitarrista Alan ha tenuto in piedi il progetto, pubblicando "Room of shadows" nel 2017, ma l'incanto di brani dal sopraffino gusto seventies come "
Flight of the witch queen" o "
The cry of the banshee", gravidi di tensione mesmerica e solidità rock, o le vibrazioni epiche e sabbathiane di "
The sorcerer" e "
The erl king", difficilmente potranno essere replicate.
In sintesi, un disco che non può mancare nella collezione di tutti i doomsters ma anche di chi ama l'hard rock classico di alto livello. Se già non lo avete, rimediate subito.
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