Per chi non lo sapesse, i
Rattenfänger sono il progetto Death Metal dei membri degli ucraini Drudkh e questo
"Geisslerlieder", che segue a ben sette anni di distanza dal suo predecessore
"Epistolae Obscurorum Virorum", è il loro secondo album, rilasciato, ancora una volta, dalla
Dark Essence Records.
Death Metal dunque, nella sua forma più "pura", quella più old style.
I
Rattenfänger non inventano niente, ne vogliono farlo, ma quello che suonano lo suonano dannatamente bene.
Centrifugate assieme Celtic Frost, primi Darkthrone, Asphyx, Winter, Bolt Thrower e Nihilist, considerate l'esperienza dei musicisti coinvolti, il loro background musicale di matrice Black Metal, nonché la loro fortissima personalità, ed avrete un quadro perfetto del nuovo album.
"Nuovo" per modo di dire, ovviamente, visto che qui abbiamo a che fare, piuttosto, con la storia di un genere che, per definizione, fa della brutalità e della
morte il suo spirito guida, uno spirito che gli ucraini hanno fatto proprio, hanno interiorizzato ed hanno, quindi, riproposto sul pentagramma attraverso sette brani lugubri, pachidermici, soffocanti, ribollenti di odio ed incapaci di aprirsi a qualsivoglia spiraglio melodico per rimanere, invece, nell'alveo dell'ortodossia più pura, tra rallentamenti spezza collo, inquietanti suoni ti tastiera, ed improvvise accelerazioni che fendono l'aria come il più selvaggio dei venti dell'Est.
"Geisslerlieder" è un album per nostalgici.
Il suo suono vi porterà negli anni '90 e vi farà versare lacrime di emozione ma anche di dolore e sofferenza.
In giro non ci sono più tanti artisti che si cimentano in un genere così puro e scevro da inutili modernismi: già solo per questo i
Rattenfänger meritano il vostro rispetto e la vostra ammirazione.
Inchinatevi al verbo del metallo della morte!
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