Il secondo album di lunga durata dei turchi
Hellsodomy è, decisamente, una bella mazzata sui denti, è, dunque, il classico lavoro senza compromessi nel quale non si ha un attimo di respiro e si viene costantemente bombardati da odio e violenza.
Il gruppo di Kadıköy suona estremo nell'accezione più "genuina" del termine.
Cosa vuol dire?
Vuol dire che all'interno di
"Morbid Cult" non troverete un genere ben definito ma avrete a che fare con un deflagrante mix di death, violentissimo thrash e vaghi sentori black come si usava fare tanti anni addietro prima, cioè, che le classificazioni a tutti i costi invadessero la scena metal.
Gli
Hellsodomy, dunque, se ne fregano altamente di tutto quello che è moderno e nei quasi quaranta minuti di durata dell'album guardano ai primissimi Sodom, ai Destroyer666, al primo death americano e riversano nelle loro composizioni rabbia, odio, violenza ed attitudine underground per un risultato complessivo che vi farà spezzare il collo a furia di scapocciare ai ritmi serrati di ogni canzone che, intelligentemente, non ha mai una durata eccessiva e dice tutto quello che deve dire in tre o quattro minuti.
"Mordib Cult" guarda indietro e lo fa con lucida follia.
La scena estrema ha certamente bisogno di album come questi, album che non fanno prigionieri e che, tra riffing marcio, voce rabbiosa, brevissimi assolo alla Slayer, sezione ritmica trita ossa, stanno li a ricordarci da dove tutto ha avuto inizio e da dove proveniamo.
Sono certo che gli
Hellsodomy con la loro belligeranza faranno sfracelli dal vivo e sono altrettanto sicuro che gli amanti della musica diretta e senza fronzoli troveranno qui dentro soddisfazione perché si sentiranno come a casa.
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