L'ultimo album dei
Running Wild, il più che discreto "Rapid Foray", risale ormai al 2016, e per
Rolf Kasparek e compagni d’avventura, è giunto il momento di dargli seguito con un nuovo full length previsto per l'Estate del 2020, che viene anticipato da "
Crossing the Blades".
Un EP di quattro pezzi, la cui titletrack, oltre ad avere il compito di opener, sarà anche l’unico brano che ritroveremo (seppur ri-registrato) sul nuovo album e pertanto svolge un ruolo di traghettatore. Un episodio che, infatti, si riallaccia direttamente al già citato "Rapid Foray" con il suo passo speedy ed accattivante, nel rispetto del trademark dei
Running Wild, anche se a livello lirico non si parla di Pirati e Bucanieri bensì dei Quattro Moschettieri.
Segue la più ruvida e anthenica "
Stargazed", già suonata dal vivo ma mai incisa prima d'ora, che pare strizzare l'occhio ai
Running Wild degli anni '80 e in parte a quelli di "Masquerade", anche e poi la registrazione ci riporta alla realtà, ad una formazione che ormai è più un progetto solista di
Rock´n`Rolf Kasparek che l'opera di una band, tanto che il basso di
Ole Hempelmann e la batteria di
Michael Wolpers (sempre che suoni veramente su questo EP... qualche dubbio resta) fanno grande fatica a farsi sentire.
La pulsazioni Hard Rock cui
Rolf ci ha abituati da sempre, trovano sfogo nella cover di "
Strutter", (dall'esordio dei KISS), in una resa non molto distante dall'originale, cui si differenzia più che altro per l'inconfondibile cantato del leader dei
Running Wild rispetto a quella di Paul Stanley. Chiude l'arrembaggio il brano più debole del lotto, la hardeggiante "
Ride on the Wild Side", invero poco brillante, anonima e un po' tirata via.
Un’uscita destinata a fans del gruppo … ma credo che questo sia ormai più che una consuetudine all'interno della scena Metal, e ad ogni modo, essendo io stesso un fan della prima ora dei
Running Wild, pur riconoscendo di non trovarmi di fronte ad una release imprescindibile, "
Crossing the Blades" finirà sicuramente trai miei acquisti natalizi.
Metal.it
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