Arrivati al ragguardevole traguardo del quinto album, gli Steel Attack confermano il salto di qualità che avevano apportato con il loro precedente disco, "Enslaved". Anche la formazione si è mantenuta tutto sommato stabile, dobbiamo, infatti, solo registrare l'arrivo di Tony Elfving che sostituisce il batterista Mike Stark, mentre al fianco del leader John Allan fa nuovamente la sua bella figura il cantante Ronny Hemlin, indubbiamente uno dei fautori dei miglioramenti espressi dal gruppo svedese.
Senza distaccarsi da quello di "Enslaved", il songwriting degli Steel Attack si manifesta in canzoni potenti ed aggressive ma riapre qualche spiraglio in più alla melodia ed allo stesso tempo offre anche soluzioni nuove, che talvolta ("Shallow Seas of Hatred", "Embraced By Fear" o "Show Me The Way") finiscono con il richiamare i Symphony X o i Kamelot. Rimane in ogni caso sempre più facile accostare gli Steel Attack ad altri gruppi, quali Nocturnal Rites, Symphorce, Angel Dust o Tad Morose.
Oltre all'accoppiata iniziale, "Diabolic Symphony" e "Dead Forever", si fanno notare la malinconica ed energica "Invisible God", brano interpretato alla grande da Hemlin, o "Haunting", in grado di appropriarsi di un bel tiro Hard Rock e la potente e drammatica “The Other Side”.
Non manca qualche pezzo che purtroppo lascia il tempo che trova, come nel caso della neoclassica "Dreaming" o di "Sanctimonious" che, dopo una bella introduzione di tastiere, via via scade. Brani che mettono in evidenza ancora qualche limite di personalità e di idee.
Ad ogni modo la squadra messa in campo da John Allan sembra aver finalmente trovato l'attacco giusto... ora deve solo migliorare la difesa.
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