Kamelot - One Cold Winter’s Night

Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2006
Durata:90 min.
Etichetta:Spv
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INTRO (UN ASSASSINIO MOLTO SILENZIOSO)
  2. THE BLACK HALO
  3. SOUL SOCIETY
  4. THE EDGE OF PARADISE
  5. CENTER OF THE UNIVERSE
  6. NIGHTS OF ARABIA
  7. ABANDONED
  8. FOREVER
  9. KEYBOARD SOLO
  10. THE HAUNTING
  11. MOONLIGHT
  12. WHEN THE LIGHTS ARE DOWN
  13. ELIZABETH (PART I,II,III)
  14. MARCH OF MEPHISTO
  15. KARMA
  16. DRUM SOLO
  17. FAREWELL
  18. OUTRO

Line up

  • Roy Khan: vocals
  • Thomas Youngblood: guitars
  • Casey Grillo: drums
  • Glenn Barry: bass
  • Oliver Palotei: keyboards

Voto medio utenti

Effettivamente ne sentivamo la mancanza. In un’epoca in cui una band che non fa uscire un dvd sembra essere completamente tagliata fuori dal mondo, appariva alquanto strano che proprio loro, che hanno risollevato con la loro musica un genere stantio come il power metal, dovessero essere ancora immuni da questa mania.
Invece, a conclusione del trionfale tour europeo di supporto all’ultimo, meraviglioso “The black halo”, i Kamelot hanno pensato bene di registrare la loro data al prestigioso Rockefeller Music Hall di Oslo, per darla in pasto ai fans di tutto il mondo che altro non chiedevano se non di poter finalmente assaporare un loro show in formato digitale.
Iniziamo subito col dire che al sottoscritto è toccata solo la versione audio del suddetto prodotto, per cui non potrò soddisfare granchè la vostra curiosità, ma penso che anche solo da sentire questo “One cold winter’s night” valga la pena eccome.
La proposta musicale della band si è fatta col passare degli anni tutt’altro che semplice, le composizioni più recenti, infarcite come sono di sovraincisioni vocali e partiture sinfoniche, non sono esattamente le più adatte ad essere riproposte dal vivo, eppure siamo alla presenza di esecuzioni impeccabili, da parte di una band in gran forma, Roy Khan compreso, che a Milano lo scorso anno aveva avuto qualche problema. Il sound è poi pulitissimo, tutti gli strumenti si distinguono alla perfezione, tastiere e campionamenti vari dicono la loro ma non vanno mai a discapito delle chitarre, a ricordare che questo rimane comunque un concerto heavy metal.
Tanta perfezione sembra un po’ sospetta: puzza di ritocchi in studio? A Thomas non ho avuto il coraggio di chiederlo, e del resto difficilmente mi avrebbe risposto in modo sincero, ma qualche sospetto pare sia lecito averlo. Tanta pulizia è davvero insolita per una band che non ha mai dimostrato di essere completamente a proprio agio sul palco…
Sono comunque problemi inutili però: lo show è grandioso e già dall’attacco di “The black halo” ero completamente immerso nel mondo dei Kamelot. La setlist è molto diversa da quella della prima parte del tour (ascoltata anche a Milano): a onor del vero “Center of the universe” funzionava molto meglio come opener, inoltre si sente davvero la mancanza di brani come “The fourth legacy” e “Shadow of Uther”, e il ripescaggio della drammatica suite “Elizabeth”, per quanto intenso e suggestivo, non riesce del tutto a sostituirli…
Al contrario di chi si aspettava uno show celebrativo, un vero e proprio greatest hits live della storia del gruppo, è il nuovo disco a farla da padrone: non è certo un problema, perché le varie “Soul society”, “When the lights are down”, “The haunting” (impreziosita dall’apparizione di Simone Simons degli Epica) o “March of Mephisto” sono meravigliose e da sole valgono l’acquisto, però, da vecchio fan incallito, avrei desiderato qualche chicca in più.
Il tutto si chiude dopo novanta minuti abbondanti, con una “Farewell” dal tiro strepitoso, degno finale di un concerto che i presenti ricorderanno a lungo.
La versione dvd di “One winter’s night” è sicuramente da privilegiare, anche perché tra coreografie, fuochi ed ospiti speciali (compaiono tra gli altri anche Sascha Paeth, che suona la chitarra in “Moonlight” e la moglie di Thomas Youngblood, che recita la parte di Helena e della contessa Bathory), gli americani devono davvero aver fatto le cose in grande.
Da avere a tutti i costi, e se non li conoscete tanto meglio: non potrebbe esserci modo migliore di iniziare…
Recensione a cura di Luca Franceschini
Live da studio?

Indubbiamente la track-list,le perfomances dei musicisti e la bella resa scenica/coreografica surclassano "The Expedition",ma di certo c'è più di un ritocchino in studio e il tutto ne compromette l'autenticità.Bello vedere che "Epica"viene ben rappresentato con pezzi da novanta come"Center...","Farewell"&"The Edge of Paradise"oltre al titolo del DVD che riprende la seconda ballata.

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.